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Il ruolo dell’Italia per la sicurezza di Tripoli secondo Terzi

L’Italia è fra i primi tre contributori alla sicurezza in Libia e ci sono in gestazione ben ottanta programmi, soprattutto per quanto riguarda il controllo dei confini: è quanto ha detto oggi il ministro degli Esteri Giulio Terzi a Parigi, in occasione della Conferenza internazionale sulla sicurezza, la giustizia e lo Stato di diritto della Libia, co-presieduta dal ministro degli Esteri francese, Laurent Fabius, e dal ministro degli Esteri libico, Mohammed Abdelaziz. La prossima conferenza internazionale in questo formato si terrà in Italia.

“Se si guarda il masterplan compilato dalle Nazioni Unite, con le indicazioni fornite da tutti i singoli Paesi, si vede come l’Italia sia ai primissimi posti, fra i primi tre contributori alla sicurezza libica”, ha affermato Terzi, secondo quanto si legge sul sito della Farnesina, spiegando che attualmente Francia e Gran Bretagna hanno 36 progetti in fase di attuazione, mentre l’Italia è a quota 35.
“Se guardiamo i progetti in gestazione abbiamo ben 80 programmi che riguardano la Libia, ben al di sopra della programmazione prevista da tutti gli altri”, ha commentato Terzi, che si è detto “fiducioso” del fatto che “si tratti di una programmazione realistica”.

Il ministro ha spiegato che l’Italia si occuperà soprattutto del controllo ai confini, specialmente quelli meridionali, che sono quelli “più strategici per il quadro di stabilità interna della Libia”, in quanto “ci sono ancora radicati movimenti sostenuti dagli ex lealisti che si infiltrano e trasbordano creando un quadro di instabilità”.

“La situazione sul terreno desta ancora considerevoli preoccupazioni per la sicurezza ma noi, in quanto Paesi presenti alla riunione di oggi, abbiamo fiducia che possa essere superato nei prossimi mesi”, ha assicurato il titolare della Farnesina.

Terzi ha anche sottolineato che l’Italia ha “molto sostenuto” la riunione di Parigi: “siamo profondamente convinti che il progresso e il successo del processo di stabilizzazione della Libia e del radicamento di una democrazia solida dipendano in grandissima misura dal livello del sostegno internazionale e dalla determinazione con la quale i Paesi più coinvolti nella questione libica possano muoversi e possano seguire un’agenda comune”, ha commentato, spiegando poi in un post su twitter che la riunione di Parigi ha confermato la “linea italiana”: la stabilità della Libia è una “priorità” per l’Europa e la comunità internazionale


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