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Italia al voto. Numeri, calendario e curiosità

Italia alle urne oggi e domani per rinnovare Camera dei Deputati, Senato della Repubblica e tre consigli regionali con l’elezione diretta di altrettanti governatori: Lazio, Lombardia e Molise.

Italia

Gli elettori sul territorio nazionale sono per la Camera 47.011.309, di cui 22.569.269 maschi e 24.442.040 femmine, per il Senato 43.071.494, di cui 20.547.324 maschi e 22.524.170 femmine, che eleggeranno 618 deputati e 309 senatori. Le sezioni saranno 61.597. I simboli ammessi alle elezioni sono 184.

Estero
Gli elettori della circoscrizione estero, sulla base dei dati dell’apposito elenco definitivo, sono per la Camera 3.438.670 e per il Senato 3.103.887 che eleggeranno 12 deputati e 6 senatori.

Le Regioni

Per le elezioni regionali in Lombardia gli elettori sono oltre 7 milioni e 700 mila in 9.229 sezioni, nel Lazio oltre 4 milioni e 700 mila in 5.268 sezioni e in Molise oltre 334 mila in 393 sezioni. In tutto per le Regionali voteranno circa 12.900 italiani.

La prima volta del voto in inverno
Per la prima volta nella storia della Repubblica le elezioni politiche si celebrano in inverno, precedute da una campagna elettorale, iniziata il 25 gennaio, che anche per la rigiditŕ della stagione è stata poco nelle piazze e molto, moltissimo, sui social network. Facebook e Twitter hanno connotato la competizione 2013 e gli annunci dei leader, compreso quello della ‘salita’ in politica di Mario Monti, sono giunti con un semplice ‘tweet’.

Il Porcellum
Per la terza volta si voterà con la legge elettorale detta Porcellum dal suo stesso ideatore, l’ex ministro leghista Roberto Calderoli, dopo che per mesi, nonostante i numerosi richiami del Capo dello Stato Giorgio Napolitano, i partiti non sono riusciti a modificarla. La legge elettorale fu approvata il 31 dicembre 2005 andando a sostituire il cosiddetto ‘mattarellum’ del 1993, nato da un referendum dopo la stagione di Tangentopoli.

Gli impresentabili

Altra novità riguarda i cosiddetti “impresentabili”, ovvero i parlamentari uscenti che a causa di pendenze giudiziarie non sono stati ricandidati. La stretta è arrivata con un decreto legislativo, varato dal governo Monti l’ultimo giorno del 2012, che prevede l’esclusione da ogni carica pubblica per chi abbia riportato una condanna. Il tasso di rinnovamento delle liste è stato ricercato dai vari partiti in più modi: c’è chi come Beppe Grillo ha avviato una selezione via web dei candidati, chi come il Pd ha celebrato primarie anche per i futuri parlamentari, chi come Mario Monti ha composto, alla Camera, una lista per la quasi totalità di esponenti della società civile, chi, come Silvio Berlusconi, ha scelto di ricandidare solo una parte minoritaria degli onorevoli uscenti.

 

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