Beppe Grillo amico degli Usa? Nemmeno per scherzo, secondo l’americano Edward Luttwak, storico e analista di geopolitica e intelligence, intervenuto ieri su Radio 24 durante la trasmissione radiofonica “La Zanzara” dopo la notizia secondo cui l’ambasciata degli Usa in Italia vede con attenzione e qualche apprezzamento il percorso politico del comico genovese a capo del M5s.
Parole al vetriolo quelle di Luttwak che, incalzato dal conduttore Giuseppe Cruciani, ha definito il comico genovese un populista “sfrenato” con qualche “idea pazzoide”: “L’unico attore sulla scena italiana che preoccupa veramente.”
“Berlusconi – ha analizzato il commentatore statunitense – esprime la volontà di ridurre le tasse, Mario Monti quella enfatizzare il valore di un bilancio sano e della credibilità, Bersani rappresenta la speranza di un certo tipo di riformismo. Tutti e tre hanno i loro estimatori negli Usa”.
“Grillo invece – ha rimarcato – rappresenta il populismo, il politico che dice: io ti riduco le tasse e aumento le spese, cosa che non si può realizzare. Il populista è quello che ti promette l’impossibile sempre urlando, mai parlando, per non farti fermare e pensare quello che dice”.
Per Luttwak, Grillo è lo stesso che “ha difeso il presidente iraniano Ahmadinejad, dicendo che è stato mal tradotto” in Occidente. “Per me – ha aggiunto – Grillo può avere una o più mogli iraniane (ha una moglie iraniana, ndr), non importa. Rappresenta comunque “un populismo sfrenato, con l’aggiunta di qualche idea pazzoide”.
Archiviato il Movimento 5 Stelle, chi preferirebbero dunque gli americani alla guida dell’Italia? Una domanda alla quale Luttwak ha risposto non senza qualche sorpresa.
“In America tutto l’establishment ha accettato l’opinione che Monti sia una persona di spessore, rispettabile, non è coinvolta in scandali e poi parla inglese. Gli economisti però direbbero: meglio Berlusconi e Bersani che Monti, perché questo tipo di rispettabilità è legato a un modo di vedere l’economia che pur di avere i conti in ordine porta a una spirale discendente, con spread alto e alti tassi di interesse”.
La trasmissione ha poi toccato uno degli argomenti del momento, le dimissioni del Papa, che viste dagli Usa sembrano avere tutta un’altra valenza.
“Innanzitutto – ha detto Luttwak – il Papa non ha un significato politico” negli Usa, “è una figura religiosa e quindi sono principalmente i cattolici che ne parlano”
“Anche nel centro del potere, a Washington, il Papa non ha mai avuto l’importanza che ha in Italia. Ci sono stati vari papi che in vari momenti hanno avuto importanza, perché sono usciti dall’ambito religioso e entrati nell’ambito storico e politico, ma questo è un Papa che era di interesse soprattutto ai teologi. Naturalmente il Papa fa grande notizia comunque, perché è un personaggio celebre”.