Skip to main content

Grillo al potere? Per Merrill Lynch sarebbe preoccupante ma non disastroso

Che cosa accadrebbe in Italia se il Movimento 5 stelle andasse al potere? È quanto ha cercato di capire la banca d’investimento Merrill Lynch, divisione commerciale di Bank of America, con un report che analizza i possibili scenari che potrebbero coinvolgere al governo il partito di Beppe Grillo dopo le elezioni.

La banca americana è solo l’ultima in ordine di tempo ad aver dedicato tempo e pagine al fenomeno grillino, già sotto la lente d’ingrandimento delle diplomazie tedesca e statunitense, di Wall Street e addirittura del plutocrate di origine ungherese George Soros.

Un’eventualità, quella del Movimento 5 stelle al governo, che Merrill Lynch considera “preoccupante, ma non disastrosa”. Ecco svelato perché.

Il grillismo, una sveglia per i vecchi partiti
L’ascesa del Movimento 5 stelle negli ultimi due anni ha portato cambiamenti importanti al panorama politico, secondo gli analisti di Merrill Lynch.

Scuotendo la tradizionale divisione bipolare di destra e sinistra, la rapida ascesa del partito ha costretto entrambe le parti a rispondere più prontamente al malcontento degli elettori per conservare le loro posizioni.

Tanti i nodi irrisolti e le situazioni peggiorate in questi anni: economia rigida, poco competitiva e scarsamente produttiva, giustizia civile troppo lenta, poca trasparenza, alta corruzione e limitata libertà di stampa, sostiene il rapporto.

L’incertezza che avvolge il Movimento
La banca americana ritiene che il coinvolgimento del Movimento 5 stelle nel prossimo governo sarà visto dagli investitori come una fonte di incertezza per buone ragioni.

In primo luogo, non avendo riscontri precedenti, non si può dire con quale forza il partito cercherà di osservare le sue promesse. Detto questo, poiché il partito trae il suo consenso dall’avere nuovi approcci e idee originali, pensiamo che si concentrerà in larga misura sul mantenimento degli impegni assunti in campagna elettorale.

Secondariamente, non è dato ancora sapere quanto sarà coeso il partito al momento di votare in aula. Giacché la natura del movimento è quella di fornire una piattaforma, un “megafono” per la gente comune e le loro idee, piuttosto che un’organizzazione più strutturata come quella dei partiti politici tradizionali, è possibile che il partito non voti in modo unito.
Ciò, a detta di Merrill Lynch, consentirebbe al centrosinistra di poter contare in Parlamento sul voto non ufficiale di alcuni grillini su determinate questioni.

Contrari all’euro, non all’Europa
Il Movimento 5 stelle ha apertamente discusso un referendum sull’adesione alla moneta unica, ma non è un convinto partito euroscettico.

La sua posizione – si legge nel report – riflette una sincera confusione crescente su quale sia il corretto equilibrio tra doveri e vantaggi dell’Italia in quanto Stato membro.
Per gli analisti di Merril Lynch, senza un approccio olistico che allevii in modo significativo la crisi del credito e ponga in essere una revisione della strategia fiscale, il malcontento sociale monterà e si farà largo sempre più un dibattito sui benefici dell’euro, indipendentemente da chi vincerà le elezioni.

Grillo e Bersani, una strana (e possibile) alleanza
La combinazione tra mancanza di esperienza e opinioni audaci su vari argomenti che influenzano l’andamento dei mercati, costituirebbe per un mix molto dirompente se il movimento 5 Stelle ottenesse la maggioranza assoluta in entrambe le camere.

Tuttavia, siccome sarà costretto a collaborare con altri partiti, molto probabilmente con il Partito Democratico, questo costringerà i grillini a mantenere una visione molto più equilibrata sulle questioni più delicate, mentre il Partito Democratico fornirebbe l’esperienza necessaria richiesta nelle politiche pubbliche.

Un’eventualità, quella della collaborazione tra Pd e M5s, che potrebbe palesarsi anche nel caso in cui Monti non riuscisse a ottenere una rappresentanza al Senato, il centrodestra vincesse nelle regioni chiave e il partito di Grillo fosse ai suoi massimi storici.

Grande coalizione: e se il Movimento 5 stelle…
Il leader del Movimento 5 stelle, Beppe Grillo, ha già dichiarato in alcune occasioni alla stampa che il partito non farà parte di nessuna coalizione post-elettorale nel prossimo governo. Per ciò che concerne il programma politico, secondo la banca americana è vitale un accordo con il Partito Democratico, in particolare sulle riforme istituzionali, liberalizzazioni, questioni energetiche e potenzialmente sui temi dell’istruzione.

Per Merrill esistono anche dei punti in comune tra il programma della coalizione guidata da Mario Monti e quello del M5s, ma una cooperazione duratura appare molto difficile dopo gli attacchi reciproci scambiati durante la campagna elettorale. La cooperazione con il Pdl, poi, pare impraticabile, poiché i due partiti hanno significative divergenze in materia di riforme istituzionali e della pubblica amministrazione.



×

Iscriviti alla newsletter