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L’abbraccio commosso di San Pietro a Benedetto XVI

Al suo arrivo in piazza San Pietro poco dopo le 10.30 a bordo di una jeep bianca semi-coperta il Papa è stato accolto da commossi applausi e sventolii di bandiere. L’auto di Benedetto XVI ha fatto un lungo giro in mezzo alla folla di fedeli giunti a Roma per assistere all’ultima udienza di Benedetto XVI. Accanto al Papa, come sempre, il segretario, monsignor Georg Gaenswein. La jeep si è fermata qualche istante per permettere al Papa di prendere in braccio un bambino.

Il saluto iniziale
“Vi ringrazio di essere venuti così numerosi a questa ultima Udienza generale del mio pontificato”. Così il Papa, suscitando l’ovazione di una piazza San Pietro stracolma. “Grazie di cuore, sono veramente commosso e vedo la Chiesa viva e penso che dobbiamo dire grazie al Creatore per il tempo bello che ci dona anche se è inverno!”.

“Come l`apostolo Paolo nel testo biblico che abbiamo ascoltato, anch`io sento nel mio cuore di dover soprattutto ringraziare Dio, che guida e fa crescere la Chiesa, che semina la sua Parola e così alimenta la fede nel suo Popolo. In questo momento il mio animo si allarga per abbracciare tutta la Chiesa sparsa nel mondo; e rendo grazie a Dio per le ‘notizie’ che in questi anni del ministero petrino ho potuto ricevere circa la fede nel Signore Gesù Cristo, e della carità che circola nel Corpo della Chiesa e lo fa vivere nell’amore, e della speranza che ci apre e ci orienta verso la vita in pienezza, verso la patria del Cielo. Sento di portare tutti nella preghiera, in un presente che è quello di Dio, dove raccolgo ogni incontro, ogni viaggio, ogni visita pastorale. Tutto e tutti raccolgo nella preghiera per affidarli al Signore: perché abbiamo piena conoscenza della sua volontà, con ogni sapienza e intelligenza spirituale, e perché possiamo comportarci in maniera degna di Lui, del suo amore, portando frutto in ogni opera buona”.

Una grande fiducia
“In questo momento, c`è in me una grande fiducia, perché so, sappiamo tutti noi, che la Parola di verità del Vangelo è la forza della Chiesa, è la sua vita. Il Vangelo purifica e rinnova, porta frutto, dovunque la comunità dei credenti lo ascolta e accoglie la grazia di Dio nella verità e vive nella carità. Questa è la mia fiducia, questa è la mia gioia”, ha detto il Papa. Nel corso del Pontificato “il Signore ci ha donato tanti giorni di sole e di brezza leggera, giorni in cui la pesca è stata abbondante; vi sono stati anche momenti in cui le acque erano agitate ed il vento contrario, come in tutta la storia della Chiesa e il Signore sembrava dormire”. Signore, che cosa mi chiedi?

“Quando, il 19 aprile di quasi otto anni fa, ho accettato di assumere il ministero petrino, ho avuto ferma questa certezza che mi ha sempre accompagnato. In quel momento, come ho già espresso più volte, le parole che sono risuonate nel mio cuore sono state: Signore, che cosa mi chiedi? E` un peso grande quello che mi poni sulle spalle, ma se Tu me lo chiedi, sulla tua parola getterò le reti, sicuro che Tu mi guiderai. E il Signore mi ha veramente guidato, mi è stato vicino, ho potuto percepire quotidianamente la sua presenza anche con tutte le mie debolezze”.

Mai solo
“Io non mi sono mai sentito solo nel portare la gioia e il peso del ministero petrino”. Così il Papa, tra gli applausi, nell’ultima udienza in piazza San Pietro. Benedetto XVI ha ringraziato i cardinali e i collaboratori, “ad iniziare dal mio Segretario di Stato che mi ha accompagnato con fedeltà in questi anni”:

“Il Signore mi ha messo accanto tante persone che, con generosità e amore a Dio e alla Chiesa, mi hanno aiutato e mi sono state vicine”, ha aggiunto il Papa. “Anzitutto voi, cari Fratelli Cardinali: la vostra saggezza, i vostri consigli, la vostra amicizia sono stati per me preziosi; i miei Collaboratori, ad iniziare dal mio Segretario di Stato che mi ha accompagnato con fedeltà in questi anni; la Segreteria di Stato e l`intera Curia Romana, come pure tutti coloro che, nei vari settori, prestano il loro servizio alla Santa Sede: sono tanti volti che non emergono, rimangono nell`ombra, ma proprio nel silenzio, nella dedizione quotidiana, con spirito di fede e umiltà sono stati per me un sostegno sicuro e affidabile. Un pensiero speciale alla Chiesa di Roma, la mia Diocesi! Non posso dimenticare i Fratelli nell`Episcopato e nel Presbiterato, le persone consacrate e l`intero Popolo di Dio: nelle visite pastorali, negli incontri, nelle udienze, nei viaggi, ho sempre percepito grande attenzione e profondo affetto; ma anch`io ho voluto bene a tutti e a ciascuno, senza distinzioni, con quella carità pastorale che è il cuore di ogni Pastore, soprattutto del Vescovo di Roma, del Successore dell`Apostolo Pietro. Ogni giorno ho portato ciascuno di voi nella mia preghiera, con il cuore di padre”.

Il triste passo
Con riferimento alle sue dimissioni il Papa ha aggiunto: “Ho fatto questo passo nella piena consapevolezza della sua gravità e anche novità, ma con una profonda serenità d`animo”. “In questi ultimi mesi – ha detto Benedetto XVI – ho sentito che le mie forze erano diminuite, e ho chiesto a Dio con insistenza, nella preghiera, di illuminarmi con la sua luce per farmi prendere la decisione più giusta non per il mio bene, ma per il bene della Chiesa”, ha detto tra gli applausi. Amare la Chiesa significa anche avere il coraggio di fare scelte difficili, sofferte avendo sempre davanti il bene della Chiesa e non se stessi”.
E qui il papa fa un passo indietro nel tempo: “Qui permettetemi di tornare ancora una volta al 19 aprile 2005. La gravità della decisione è stata proprio anche nel fatto che da quel momento in poi ero impegnato sempre e per sempre dal Signore. Sempre – chi assume il ministero petrino non ha più alcuna privacy. Appartiene sempre e totalmente a tutti, a tutta la Chiesa. Alla sua vita viene, per così dire, totalmente tolta la dimensione privata. Prima ho detto che molte persone che amano il Signore amano anche il Successore di san Pietro e sono affezionate a lui; che il Papa ha veramente fratelli e sorelle, figli e figlie in tutto il mondo, e che si sente al sicuro nell`abbraccio della loro comunione; perché non appartiene più a se stesso – ha detto Ratzinger tra gli applausi – appartiene a tutti e tutti appartengono a lui. Il ‘sempre’ è anche un ‘per sempre’ – non c`è più un ritornare nel privato. La mia decisione di rinunciare all`esercizio attivo del ministero, non revoca questo. Non ritorno alla vita privata, a una vita di viaggi, incontri, ricevimenti, conferenze eccetera. Non abbandono la croce, ma resto in modo nuovo presso il Signore Crocifisso”, ha detto tra gli applausi. “Non porto più la potestà dell`officio per il governo della Chiesa, ma nel servizio della preghiera resto, per così dire, nel recinto di San Pietro. San Benedetto, il cui nome porto da Papa, mi sarà di grande esempio in questo. Egli ci ha mostrato la via per una vita, che, attiva o passiva, appartiene totalmente all`opera di Dio”.

Il dono della fede
“Vorrei che ognuno – ha aggiunto – si sentisse amato da quel Dio che ha donato il suo Figlio per noi e che ci ha mostrato il suo amore senza confini. Vorrei che ognuno sentisse la gioia di essere cristiano. In una bella preghiera da recitarsi quotidianamente al mattino si dice: ‘Ti adoro, mio Dio, e ti amo con tutto il cuore. Ti ringrazio d`avermi creato, fatto cristiano…’. Sì, siamo contenti per il dono della fede; è il bene più prezioso, che nessuno ci può togliere! Ringraziamo il Signore di questo ogni giorno, con la preghiera e con una vita cristiana coerente. Dio ci ama, ma attende che anche noi lo amiamo!”.

I ringraziamenti
“Vorrei ringraziare di vero cuore anche tutte le numerose persone in tutto il mondo che nelle ultime settimane mi hanno inviato segni commoventi di attenzione, di amicizia e di preghiera. Sì, il Papa non è mai solo, ora lo sperimento ancora una volta in un modo così grande che tocca il cuore. Il Papa appartiene a tutti e tantissime persone si sentono molto vicine a lui”. Così il Papa nell’ultima udienza generale in piazza San Pietro. “E` vero che ricevo lettere dai grandi del mondo – dai Capi di Stato, dai Capi religiosi, dai rappresentanti del mondo della cultura eccetera. Ma ricevo anche moltissime lettere da persone semplici che mi scrivono semplicemente dal loro cuore e mi fanno sentire il loro affetto, che nasce dall`essere insieme con Cristo Gesù, nella Chiesa. Queste persone non mi scrivono come si scrive ad esempio ad un principe o ad un grande che non si conosce”.

“Vorrei che il mio saluto e il mio ringraziamento giungesse poi a tutti: il cuore di un Papa si allarga al mondo intero. E vorrei esprimere la mia gratitudine al Corpo diplomatico presso la Santa Sede, che rende presente la grande famiglia delle Nazioni. Qui penso anche a tutti coloro che lavorano per una buona comunicazione e che ringrazio per il loro importante servizio”. Così il Papa nell’ultima udienza del Pontificato.

“Vi ringrazio per la vostra costante presenza qui a Roma negli anni trascorsi, per ogni espressione di vicinanza, di simpatia e di ricordo”, ha detto il Papa rivolgendosi ai fedeli polacchi. “Rendo grazie a Dio per il mio pellegrinaggio in Polonia all`inizio del mio pontificato e per la calorosa accoglienza che ho sperimentato in quella occasione. Avendo un grande intercessore presso Dio, il Beato Giovanni Paolo II, ‘state saldi nella fede!’. Vi chiedo di continuare a pregare per me e per la Chiesa. Sia lodato Gesù Cristo”.

I saluti in italiano concludono l’udienza

Poi il saluto ai fedeli italiani presenti all’ultima udienza del Pontificato: “Rivolgo un cordiale benvenuto ai pellegrini di lingua italiana. Grazie per il vostro affetto e amore, grazie, grazie per questi otto anni tra di voi”. “Cari amici – ha proseguito Benedetto XVI tra gli applausi – vi ringrazio per la vostra partecipazione così numerosa a questo incontro, come pure per il vostro affetto e per la gioia della vostra fede. Sono sentimenti che ricambio cordialmente, assicurando la mia preghiera per voi qui presenti, per i vostri familiari e per le persone a voi care per la cara Italia e Roma”.

Benedetto XVI lascia così la piazza San Pietro in jeep bianca semi-coperta. Nel palazzo apostolico vaticano, Benedetto XVI incontrerà, adesso alcune personalità per il baciamano.



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