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Pericolo calcioscommesse ancora in agguato

Sporteconomy ha intervistato in esclusiva Francesco Baranca, responsabile dell’area legale di SKS365, l’operatore di scommesse austriaco, che, più di altro, ha collaborato con le autorità inquirenti tricolori per segnalare le principali anomalie registrate nel settore del calcio. Ne è scaturato uno scambio di opinioni su quello che è lo sport più amato dagli italiani e su quello che potrebbe essere lo sviluppo del fenomeno del “match-fixing”.
D) Avvocato Baranca, nelle settimane precedenti, avete partecipato a Londra ad un meeting sul tema del match-fixing. Il mondo del calcio è ancora sotto attacco, in modo sistematico, da parte della criminalità organizzata?
R): Il fenomeno del match-fixing non si è per niente arrestato, anzi è in continuo aumento. Ora la nuova moda è diventata organizzare amichevoli con l’unico scopo di fissare il risultato, come accaduto in Slovan liberec-Lok. Plovdin o proprio nel weekend appena trascorso in Levsky Sofia Rostov.

D) Quali sono le principali azioni che nel futuro i bookmaker italiani e non dovranno mettere in campo per collaborare con i principali organismi che governano il calcio (in Italia e in Europa/mondo)?
R: I bookmaker devono abbattere il muro di omertà e segnalare tutto quello di strano che osservano, ma gli organismi che governano il calcio non devono rimanere sordi a questi allarmi e soprattutto non devono temere di intervenire severamente per evitare altri problemi.

D) Ritiene che i club debbano inserire nei prossimi contratti di ingaggio dei calciatori delle norme penalizzanti sotto il profilo economico (tipo delle maxi multe commisurate anche al valore annuale del salario) per dissuadere i calciatori “infedeli” dalle sirene della malavita?
R: I giocatori di calcio dovrebbero firmare “codici di condotta” che prevedano sanzioni economiche rilevanti in caso di comportamenti contrari alla morale sportiva. Certo è che se poi la giustizia sportiva è cosi morbida e la legge così tollerante, c’è il rischio che queste norme rimangano lettera morta. Dovrebbero poi essere le stesse società a richiedere a soggetti esterni di farsi monitorare dal punto di vista delle giocate, segnalando eventuali alterazioni. E’ semplice accorgersi che qualcosa di strano stia accadendo e non è facendo finta di non vedere che si risolve il problema.

D) Abbiamo seguito a “Presa Diretta” della storia del vostro manager ucciso in Bulgaria. Secondo lei potrà mai succedere un evento delittuoso di questo genere in un prossimo futuro anche in Italia?
R: Ovunque vi sia malavita gli episodi criminosi violenti possono accadere e di certo il fenomeno in Italia non era legato, come detto da alcuni, a quattro sfigati;

D) Secondo alcune indagini l’Italia risulterebbe ai primi posti per il match-fixing calcistico, subito dietro l’Albania secondo Lei è ancora in questa posizione nel 2013 – o qualcosa si sta modificando in meglio?
R: In italia post azione della Procura di Cremona, gli episodi di tentativi di alterazioni sono sensibilmente diminuiti se non addirittura spariti. Questa è stata una grande vittoria ottenuta grazie ad una procura, appunto quella di Cremona, estremamente coraggiosa. Timore è che l’annacquamento in atto della gravità degli episodi da parte dei media e della giustizia sportiva, porti ad una nuova recrudescenza del fenomeno già a partire da quest’anno. Crediamo comunque che chi “organizzava” in Italia, ora stia continuando ad agire indisturbato in altri campionati
(Rep.ceca, Bulgaria, Ucraina, friendly match, Slovenia, Lettonia, Azerbaijan, Canada, Sud America);

D) Cosa auspicherebbe che facesse sotto il profilo legislativo il nuovo Parlamento per tutelare il business legale degli operatori di scommesse sportive presenti nel nostro mercato?
R) Innanzitutto bisognerebbe capire la definizione di “business legale”. Se l’accezione, viziata, proposta da Aams o quella, logica, definita dalla Cge. Nel momento in cui si volesse far coesistere Ctd e concessionari, sarebbe sufficiente ufficializzare la categoria dei Ctd, autorizzandoli a seguito dei controlli che già ora vengono effettuati e chiedendo loro (evitando così a priori fenomeni elusivi) il pagamento di un canone mensile correlato alla grandezza del locale. Si otterrebbe un gettito di gran lunga superiore a quello attuale, controllando il tutto ed evitando inutili e dispendiose operazioni delle forze dell’ordine e successivi contenziosi giudiziari.

D) Il mondo della politica e del governo del calcio tricolore hanno ben compreso, secondo lei, i rischi che si celano dietro il match-fixing o la criminalità organizzata in questi ultimi anni ha trovato invece di fatto un’autostrada libera perchè spesso alcuni segnali di pericolo sono stati sottovalutati?
Baranca – Non solo i segnali sono stati sottovalutati, ma anche di fronte alla certezza che qualcosa di grave fosse accaduto hanno continuato a minimizzare il problema, riducendolo ad una “bravata” da giocatori annoiati. Non dimentichiamoci che le nostre prime denunce venivano accolte con superficialità se non addirittura con scherno. Si tende a difendere ad oltranza il mondo del calcio, arrivando a beatificare comportamenti omissivi e a non credere alle confessioni di colpevolezza!

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