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Quella bassa crescita al 2,2%…

Janet Yellen, eccellente economista statunitense della University of Berkeley ed ora Vice Presidente della Fed, la banca centrale Usa, nel suo ultimo discorso ha parlato di crescita molto bassa per gli Usa negli ultimi anni. Ecco la frase usata: “Nei tre anni da quando è terminata la Grande Recessione (2008-2009), la crescita del PIL in media è stata soltanto del 2,2 per cento l’anno.”

Giuro. Ha detto soltanto. Per un europeo, per un italiano, che dalla Grande Recessione in pratica non è mai uscito, è un colpo basso. A livelli di 2,2%, nel XXI secolo, noi ci siamo stati nel 2000 (3,7%) e nel 2006 (2,2 esatto) e mai più. Vi dà l’idea di quanto gli americani siano fissati con la crescita rispetto a noi. Nessun leader politico negli Stati Uniti avrebbe una chance di essere rieletto con i numeri prodotti in questi ultimi anni in Italia. Ma tant’è.

Prosegue la Yellen: “Nello stesso arco di tempo, dopo le ultime 10 recessioni, il PIL reale crebbe, in media, due volte più veloce, a un tasso del 4,6%. Dunque, perché la ripresa dell’economia dopo questa grande Recessione è stata così debole?”

Già. Perché? La Yellen propone diverse cause. Ma sulla prima, e la più ovvia, non ha dubbi. “La Storia mostra come la politica fiscale spesso aiuta a sostenere la ripresa economica…azioni fiscali discrezionali, diminuzioni delle aliquote fiscali, spesa pubblica in infrastrutture ed altri beni e servizi, e più duraturi sussidi alla disoccupazione…per esempio dopo la dura recessione del 1981-82, la politica fiscale discrezionale contribuì con un incremento di circa 1% di crescita di PIL reale nel triennio successivo“.

Non dopo questa ultima recessione però. Negli Stati Uniti lo stimolo fiscale dell’Amministrazione Obama si è ben presto interrotto, malgrado sia stato comunque ben più espansivo di quello europeo, determinando una minore ripresa, con tutto quello che ne consegue per le PMI morte ed i tanti disoccupati che non hanno potuto trovare lavoro e sono dunque usciti dalla forza di lavoro: “Il 7,9% di disoccupazione odierno, malgrado sia decisamente inferiore al 10% raggiunto a fine 2009, è comunque il più alto livello di disoccupazione nei 24 anni prima della Grande Recessione, e le stime dei 12 milioni di disoccupati non includono gli 800 mila scoraggiati che sostengono di avere rinunciato a cercare lavoro”.

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