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Lo schieramento della Silicon Valley per la riforma sull’immigrazione

Prerna Gupta

La Silicon Valley si prepara a una “marcia virtuale” su Washington per ottenere una riforma sull’immigrazione. Una coalizione di imprenditori delle più importanti società tecnologiche ha lanciato oggi la campagna “March of Innovation” (Marcia dell’innovazione) per richiedere una legge che faciliti l’ingresso negli Stati Uniti di stranieri altamente qualificati. L’iniziativa, condotta sui principali social network tra cui Twitter e Facebook, si concluderà a metà aprile, quando il Congresso dovrebbe valutare l’approvazione di una legge sull’immigrazione proposta dall’amministrazione del presidente Barack Obama.

“Le nostre leggi sull’immigrazione sono così inefficienti”, ha detto al Financial Times Prerna Gupta, una delle fondatrici di Khush, una start up che dal 2009 sviluppa applicazioni per la musica. Figlia di un immigrato indiano, Gupta si è lamentata di non essere riuscita a fare entrare nel Paese un altro dei fondatori della società, un ingegnere cinese che aveva elaborato il codice per le applicazioni. “Ci ha rallentato molto”, ha spiegato Gupta, raccontando che ha dovuto attendere mesi prima che qualcun altro imparasse il codice.

L’annuncio della “March of Innovation” arriva due settimane dopo la presentazione in Senato di una nuova legge bipartisan sull’immigrazione, la Startup Act 3.0, che prevede il rilascio di 75 mila visti per imprenditori di start up e 50mila per laureati in materie scientifiche, ingegneria e tecnologia. Democratici e repubblicani si trovano d’accordo sull’idea di aprire le porte del Paese a chi può dare un contributo concreto allo sviluppo tecnologico ed economico, ma Obama non intende accettare che la riforma sull’immigrazione si fermi a questo.

Come anticipato nel discorso sullo stato dell’Unione di fine gennaio, il presidente punta a una legge più ampia, che oltre a facilitare l’ingresso a chi può dare una spinta economica al Paese, conduca alla legalizzazione di milioni di immigrati irregolari e al rafforzamento della sicurezza ai confini.



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