La notizia aveva fatto il giro dei social ma PoliticApp, la prima applicazione per smartphone e tablet che puntava a diffondere sondaggi elettorali fino all’ultimo giorno realizzata da Swg, l’istituto statistico triestino specializzato in sondaggi e ricerche di mercato, non porterà al termine la sua missione. Forse tutta colpa del risalto che lo stesso istituto statistico le aveva dato sulla Rete e non solo. Dopo che gli uffici dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni avevano dato, in sede di prima valutazione, un riscontro positivo, l’Autorità ha svolto un ulteriore approfondimento relativo alla diffusione dei sondaggi politico-elettorali attraverso l’applicazione nel periodo in cui la legge ne impone il divieto di diffusione.
“L’approfondimento – sottolinea il comunicato dell’Agcom – si è reso necessario alla luce del rilievo assunto dall’iniziativa, largamente pubblicizzata dalla Swg dopo che com’è noto, l’articolo 8 comma 1 della legge sulla par condicio stabilisce che nei quindici giorni che precedono la data delle votazioni è vietato non solo rendere pubblici, ma comunque diffondere i risultati di sondaggi demoscopici sull’esito delle elezioni e sugli orientamenti politici e di voto”.
L’Agcom precisa che si tratta di “una disposizione, che, dunque, non fa alcun riferimento alla piattaforma trasmissiva attraverso la quale avviene la diffusione. Il consiglio dell’Autorità ha ritenuto che l’applicazione realizzata dalla Swg, nei termini in cui viene pubblicizzata, rende accessibile, previo il pagamento di un prezzo contenuto, il risultato dei sondaggi a un pubblico potenzialmente molto vasto, con inevitabili effetti di diffusione incontrollata dell’informazione”.
Ma era stato proprio il pagamento “il vero elemento discriminante”, secondo quanto sostenuto da Enzo Risso di Swg: “Di fatto, al momento in cui si carica l’app scatta un contratto tra noi e il cliente che paga il servizio. Anche per questo non si può parlare di mezzo di comunicazione di massa”.
Gianluca Zapponini, giornalista di MF/Milano Finanza aveva sentito il parere di più esperti a riguardo: “E’ giusto considerare uno strumento diffuso come lo smartphone fuori dal perimetro dei mass media?”, aveva chiesto agli esperti. Secondo alcune fonti vicine all’Agcom sì, dal momento che il servizio, essendo accessibile unicamente da coloro che, di propria iniziativa, decidono di scaricarla sul cellulare, per di più a pagamento, si rivolge a un target molto circoscritto.
Ma non si può ignorare la forza persuasiva dei sondaggi politici. Lo dimostra uno studio svolto dal movimento dei Radicali italiani che hanno esaminando profili, metodi e committenze di sondaggi e sondaggisti rafforzando la consapevolezza su uno dei possibili effetti del sondaggio: l’influenza sull’opinione pubblica.
Forse anche alla luce di tutto ciò all’Autorità adesso è bastata questa nuova circostanza data dalla cospicua diffusione dell’applicazione a configurare una violazione del divieto imposto dalla legge sulla par condicio. L’autorità ha comunicato quindi le proprie valutazioni alla Swg, confermando il divieto di diffondere sondaggi dalla mezzanotte del prossimo venerdì 8 febbraio e fino alla conclusione delle operazioni di voto.