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Uscire dalla crisi? La ricetta dei vescovi italiani

“Generare la vita vince la crisi”. È questo lo slogan coraggioso scelto dai vescovi italiani per la prossima Giornata della Vita, che sarà celebrata domani, 3 febbraio, in tutte le parrocchie del Paese. “Donare e generare la vita – spiegano i presuli – significa scegliere la via di un futuro sostenibile per un’Italia che si rinnova: è questa una scelta impegnativa ma possibile, che richiede alla politica una gerarchia di interventi e la decisione chiara di investire risorse sulla persona e sulla famiglia, credendo ancora che la vita vince, anche la crisi”.

“La disponibilità a generare, ancora ben presente nella nostra cultura e nei giovani, è tutt’uno – scrivono i presidenti delle Conferenze Episcopali Regionali e delle Commissioni Cei riuniti nel Consiglio Episcopale – con la possibilità di crescita e di sviluppo: non si esce da questa fase critica generando meno figli o peggio ancora soffocando la vita con l’aborto, bensì facendo forza sulla verità della persona umana, sulla logica della gratuità e sul dono grande e unico del trasmettere la vita, proprio in un una situazione di crisi”. Secondo i vescovi, “in questa, come in tante altre circostanze, si riconferma il valore della persona e della vita umana, intangibile fin dal concepimento; il primato della persona, infatti, non è stato avvilito dalla crisi e dalla stretta economica. Al contrario, la fattiva solidarietà manifestata da tanti volontari ha mostrato una forza inimmaginabile”. “Tutto questo – affermano i presuli – ci sprona a promuovere una cultura della vita accogliente e solidale”.

In buona sostanza la Cei è preoccupata per “il progressivo invecchiamento della popolazione” che “priva la società dell’insostituibile patrimonio che i figli rappresentano, crea difficoltà relative al mantenimento di attività lavorative e imprenditoriali importanti per il territorio e paralizza il sorgere di nuove iniziative”. I vescovi sono convinti che crisi economica e crisi demografica si influenzano a vicenda e oggi, affermano, la mancanza di lavoro “aggrava la crisi della natalità e accresce il preoccupante squilibrio demografico che sta toccando il nostro Paese”.
I vescovi rilevano che “la grave difficoltà nel fare famiglia” oggi in Italia è causata dalle “condizioni di precarietà che influenzano la visione della vita e i rapporti interpersonali, suscitano inquietudine e portano a rimandare le scelte definitive e, quindi, la trasmissione della vita all’interno della coppia coniugale e della famiglia”. Il testo cita in proposito una testimonianza molto drammatica, letta a Milano in presenza del Papa in occasione dell’Incontro Mondiale delle Famiglie, dove una coppia ha raccontato il penoso baratro che si è aperto ai suoi piedi con il fallimento della piccola ditta da cui traevano il sostentamento.

Nelle nostre città oggi “la gente gira a testa bassa, nessuno ha più fiducia di nessuno, manca la speranza”, denunciarono quegli sposi e il messaggio diffuso oggi proprio mentre il Papa leggeva l’elenco dei nuovi cardinali in piazza San Pietro, riporta le loro parole e ricorda le puntuali indicazioni di Benedetto XVI che in risposta propose “gemellaggi tra città, tra famiglie, tra parrocchie potrebbero aiutare” e più in generale chiese “che realmente una famiglia assuma la responsabilità di aiutare un’altra famiglia”. “La logica del dono – concludono i vescovi – è la strada sulla quale si innesta il desiderio di generare la vita, l’anelito a fare famiglia in una prospettiva feconda, capace di andare all’origine, in contrasto con tendenze fuorvianti e demagogiche, della verità dell’esistere, dell’amare e del generare”.



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