Alto, brizzolato, slanciato e tennista. E’ così che ama definirsi il sindaco più amato degli italiani. Paolo Perrone è il sindaco di Lecce, eletto col centrodestra e giunto al suo secondo mandato. La diciottesima edizione dell’indagine Monitorcittà, dell’istituto di ricerca Datamonitor, sull’apprezzamento dei sindaci lo vede posizionarsi infatti al primo posto con il 64,2% delle preferenze.
Chi è
Lui si definisce su Facebook un “leccese doc, legatissimo alla sua città”. È lì che ha scelto di tornare per vivere e per lavorare “nonostante le proposte di lavoro da parte di importanti gruppi multinazionali”. Dopo il liceo classico, Paolo Perrone nel luglio 1991 si laurea con lode in Economia Aziendale alla Bocconi di Milano. Poi prosegue gli studi all’estero: a Stoccolma ottiene il Diploma di “International Business Program”, a Parigi frequenta i corsi di specializzazione “Management et Controle de Gestion International” e ancora a Milano dove segue i corsi di Economia Internazionale, Economia delle imprese transnazionali ed Economia in via di sviluppo, conseguendo nel 1992 il diploma Master CEMS.
Una passione di famiglia
La sua passione per la politica gli viene dal nonno Paolo, che negli anni Sessanta è stato assessore e prosindaco del comune di Lecce, e da Enzo, suo padre, già consigliere comunale, consigliere provinciale e deputato della Repubblica. Un vero “figlio d’arte”, verrebbe da dire, che nel 1998, neppure trentenne, viene eletto consigliere al Comune di Lecce; ottiene la delega al Bilancio, ai Rapporti con l’Università, al Decentramento e alle Pari opportunità. Nel maggio 2007 è candidato sindaco di Lecce per il centrodestra. Viene eletto al primo turno con il 56,2% delle preferenze. A maggio 2012 è confermato sindaco al primo turno con il 64,3% dei voti, sconfiggendo tra gli altri la vicepresidente della Regione Puglia Loredana Capone, candidata del centrosinistra. E’ stato tra i “rottamatori del Pdl”, l’iniziativa promossa da sindaci ed amministratori locali del Popolo delle libertà per promuovere la rifondazione del centrodestra.
L’attività professionale e le passioni
Ha svolto l’attività politica in sinergia con quella professionale, in qualità di amministratore delegato della “Gieffe s.r.l.” (grande distribuzione) e di membro del comitato di indirizzo scientifico della “Links s.r.l.” (applicazioni web e information tecnology), incarichi lasciati al momento di accettare la candidatura a sindaco.
Pratica tennis, nuoto, calcio ed è tifosissimo del Lecce. Ha una sua pagina Facebook che aggiorna costantemente con foto, video e comunicati.
Le sue campagne
Della sua ultima campagna elettorale se ne sono occupati in molti, tra cui L’Unità e il Foglio. Impossibile non notare, tra lo “scandalizzato e il divertito” i suoi cartelloni elettorali, scriveva il Post a marzo dello scorso anno. Il riferimento era allora al manifesto elettorale sottostante in cui Perrone lancia un appello alle casalinghe leccesi decantando, oltre alle già citate prestanze fisiche, le doti da bravo “uomo di casa”:
La candidata di centrosinistra Loredana Capone, provò perfino a replicare a tono: “Care casalinghe, Paolo Perrone è l’uomo ideale per passare una sera, ma se dovete scegliere il sindaco meglio lasciar perdere. Uscite con lui e governate con me”. Visti i risultati le casalinghe avranno optato per il pacchetto completo. E la vicenda ha anche dei precedenti nel 2007, quando durante la prima campagna elettorale, Perrone aveva diffuso dei manifesti in cui appariva in mutande.
Un Cav all’ennesima potenza
“È come il Cav., ma all’ennesima potenza – si legge nell’editoriale del Foglio che commenta il manifesto -. E’ come il Cav., ma lui si è pure pubblicamente smutandato – mica solo a chiacchiere intercettate. Ti scruta con sguardo malandrino: “Ciao, casalinga leccese”, che alla signora potrebbe pure sobbalzare qualche ormone, mentre di sicuro sul fuoco sobbalza la tiella di cozze e patate. “Sono Paolo”, e forse cominciano a bollire insieme sensi e lampascioni, quasi come sentirsi evocare con voce roca e bene intenzionata nel tinello: “Ciao, pupa…”.
“Una sorta di Cav. sfrontato, di Silvio al cubo – continua il quotidiano di Giuliano Ferrara – “il vorrei ma non posso” mutato in “posso e lo faccio”: in piena era di tecnici e sobrietà una sorta di piacevole eversione dal senso comune. Per le amministrative si è fatto ritrarre su un manifesto, aria mandrilla, petto scamiciato e naso alla Cyrano, personaggio cui certe credenze dibattute su Internet attribuiscono appropriate corrispondenze”.
La verve attoriale
Ma il sindaco di Lecce si è contraddistinto anche per la sua verve attoriale, prestandosi in un cortometraggio molto chiacchierato ma divertente. Nel video Perrone vaga per la città indossando un trench chiaro e occhiali scuri che sapientemente sfila per sedurre due giovani ragazze: “Venite con me, vi mostro la mia città”, recita con voce suadente.
Guarda il cortometraggio