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Chi spinge l’Ue ad ammorbidire le leggi sulla privacy

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L’Unione europea verrà costretta dalle lobby dei giganti internet ad annacquare le regolamentazioni sulla privacy. Tra i Paesi dell’Ue, spiega il Financial Times, si è creata una minoranza di blocco, che includerebbe Gran Bretagna, Germania, Svezia e Belgio, in grado di impedire il varo di queste normative. Regole “ferocemente contrastate” da società come Google e Facebook, si legge, che nelle loro attività effettuano immense raccolte di dati sui singoli utenti.

I vantaggi per gli Usa

Il depotenziamento delle tutele della privacy semplificherebbe anche le trattative con gli Usa per l’accordo di libero scambio che l’Ue cerca di negoziare, una partita molto complessa che richiederà almeno due anni.

I diritti pronti a saltare

Rischierebbero così di saltare via dalle regole Ue, sempre secondo quanto sostiene il FT, che cita “fonti diplomatiche” e documentazioni elaborate dalla presidenza di turno irlandese dell’Unione, obblighi come quello di chiedere il consenso al trattamento dei dati personali (a cui i consumatori italiani sono abituati da anni), o il diritto alla cancellazione dei propri dati (diritto all’oblio) dopo un certo periodo di tempo.

I costi delle modifiche

Regole che secondo vari giganti del settore implicherebbero costi rilevanti. E questi gruppi hanno trovato sponda presso diversi governi Ue, che possono bloccare queste regole se Parlamento e Commissione Ue non si prestano a rivederle. “Non è stato fatto lobbismo sugli Stati – ha detto un lobbista citato dal quotidiano – è che capiscono cosa implicherebbe” attuare queste regole.



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