Il Parlamento dell’isola è giunto al voto sulla controversa supertassa a carico dei depositi bancari praticamente assediato dai manifestanti e da cittadini presi dal panico negli scorsi giorni.
E tra dopo annunci di astensione di tutti i gruppi parlamentari – incluso il Disy a cui appartiene lo stesso presidente Nicos Anastasiades – il Parlamento di Cipro ha respinto il piano di salvataggio dell’Unione europea e con esso, quindi, il previsto prelievo forzoso dai conti bancari dei ciprioti.
Una tassa, voluta dalla Ue in cambio di un piano di aiuti per Cipro, che ha scatenato le reazioni più disparate del mondo economico, da quella del Nobel americano Paul Krugman, del fondatore di Breaking Views, Hugo Dixon e di molti altri.
È arrivata dunque una bocciatura per un provvedimento che l’opinione pubblica ha finora vissuto come una ingiustizia imposta dall’estero, soprattutto dalla Germania e dalle banche tedesche esposte nell’isola, e che il presidente della Bundesbank, Jens Weidmann, “caldeggerebbe” anche per l’Italia con il beneplacito di Pierluigi Bersani e Beppe Grillo.
Intanto a Cipro il ministro delle Finanze Michalis Sarris avrebbe rassegnato le dimissioni, riporta Cnbc precisando tuttavia che Anastasiades non le avrebbe ancora accettate. Le dimissioni non trovano conferme ufficiali e del resto domani lo stesso Sarris dovrebbe recarsi a Mosca per cercare, secondo il Financial Times, una alternativa all’aiuto europeo che sembra allontanarsi.
Senza la supertassa sui conti bancari, infatti, l’Ue non sbloccherebbe il suo intervento da 10 miliardi di euro.
IN ATTESA DI MOSCA
Quella che a primo acchito sembrerebbe una bocciatura piena potrebbe però rivelarsi semplicemente una presa di tempo in attesa del colloquio con il Cremlino.
Nei giorni scorsi si sono diffuse alcune indiscrezioni, poi smentite, come quella diffusa dalla tv Sigma secondo cui il colosso energetico russo Gazprom avrebbe proposto al governo un piano in cui la società s’impegnerebbe alla ristrutturazione delle banche del paese in cambio dei diritti di esplorazione del gas naturale a Cipro in modo esclusivo.
Proprio da Mosca sono giunte le critiche maggiori al prelievo forzoso, definito dal portavoce del premier russo Vladimir Putin “ingiusto e pericoloso“.
Il piano di salvataggio per Cipro proposto da Fmi e Ue riguarda la Russia da vicino: secondo varie stime, gli asset appartenenti a cittadini o società russe – per la quali Cipro costituisce un deposito offshore – ammontano a circa 20 miliardi di euro.
Molti commentatori, dopo la bocciatura del piano di aiuti e del conseguente colloquio con il Cremlino, hanno ironicamente definito la scelta del Parlamento cipriota come un’uscita dalla Ue per un passaggio nella Federazione Russa.
IL PIANO DI REVISIONE DEL PRELIEVO
La Banca centrale cipriota ha avvertito che la bozza di revisione della supertassa – bocciata ma non definitivamente accantonata – non consentirà di raggiungere il gettito di 5,8 miliardi di euro previsto nel piano iniziale di questo prelievo. Mancherebbero circa 300 mila euro.
Secondo quanto trapelato sui documenti a cui lavora il Parlamento, in un piano B si punterebbe ad esonerare dal balzello i depositi inferiori ai 20.000 euro.
Sui depositi tra 20.000 e 100.000 euro resta la prevista tassa del 6,75 per cento, mentre oltre i 100.000 euro resta una stangata dal 9,9 per cento.
E sempre secondo la Banca centrale gli istituti di credito ciprioti rischiano una fuga di depositi pari al 10 per cento del totale nei primi giorni dalla riapertura. Ogni giorno di chiusura in più, ha avvertito l’istituzione, peggiora la situazione minando ancor più la fiducia sulle banche di Cipro.
LA PRESSIONE SUI MERCATI
Quella di martedì è stata una giornata dura sui mercati di tutta Europa, di nuovo sotto pressione mentre dopo la bocciatura si fa sempre più incerta la situazione nell’isola di Cipro.
L’euro è caduto sotto quota 1,29 dollari per la prima volta da dicembre, e si sono rafforzate le pressioni sui titoli di Stato di tutti i paesi periferici, tanto da far risuperare la soglia psicologica del 5 per cento ai rendimenti dei bond decennali della Spagna.
Lo spread tra Btp decennali e Bund è risalito a 336 punti base. Tutte in rosso le Borse, con i cali più forti che hanno colpito Madrid, al meno 2,20 per cento, e Milano, meno 1,59 per cento. Parigi ha chiuso al meno 1,30 per cento, Francoforte meno 0,79 per cento, Londra meno 0,26 per cento.