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Come si combattono i monopoli delle telecomunicazioni in Messico

Il governo messicano ha presentato oggi un progetto di riforma del settore delle telecomunicazione che mette fine ai monopoli e favorisce la concorrenza nei settori di tv, telefonia e internet a banda larga. Il progetto prevede la creazione di due organismi decisionali autonomi, l’Istituto federale delle telecomunicazioni e la Commissione federale per la Concorrenza, che potranno assegnare o revocare, in maniera indipendente, le concessioni dello Stato. Il presidente messicano Enrique Peña Nieto ha spiegato che con questa “nuova architettura istituzionale” le decisioni dello stato messicano saranno “tecniche e non politiche”.

La riforma, discussa con i due principali partiti di opposizione, di destra e di sinistra, rimetterà in discussione le posizioni di monopolio di due colossi di questi settori: il gruppo di Carlos Slim, l’uomo più ricco del mondo che controlla il 90% della telefonia fissa, con Telmex, e il 70% di quella mobile, con Telcel; e il gruppo Televisa, che diffonde i suoi contenuti televisivi in 60 paesi, controlla il 70% della televisione terrestre e il 60% di quella via cavo in Messico. Televisa ha subito commentato il progetto di riforma, esprimendo il proprio sostegno: “Questa riforma importante crea un ambiente favorevole agli investimenti nel settore”.

Se verrà adottato, come appare probabile, il progetto di riforma delle telecomunicazioni rappresenterà, dopo quello della riforma della scuola, il secondo obiettivo raggiunto del “Patto per il Messico”, l’accordo raggiunto il 2 dicembre, all’indomani dell’investitura di Enrique Nieto Peña, tra i tre principali partiti politici: il Partito rivoluzionario istituzionale (Pri, al governo) e i due principali partiti di opposizione, il Partito di azione nazionale (Pan, conservatore) e il Partito della rivoluzione democratica (Prd, sinistra).



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