La crisi economica e finanziaria europea è ormai da tempo diventata anche politica e sociale.
Alla luce del dibattito in corso sulla possibile revisione dei trattati e in vista delle elezioni europee del 2014, la Fondazione europea per gli studi progressisti, Feps, la Friedrich Ebert Stiftung e la Fondazione Italianieuropei – nel quadro del programma di ricerca Avanti Sinistra – intendono mettere a fuoco gli ostacoli politici e istituzionali sulla via di un più integrato sfera pubblica europea.
L’obiettivo – racchiuso nel volume Democratic Legitimacy and Political Leadership in the European Union – è quello di formulare raccomandazioni politiche al Parlamento europeo e gli attori politici al fine di aumentare l’affluenza alle urne alle prossime elezioni europee.
L’Unione europea è a un bivio. La crisi dei debiti sovrani sta mettendo i risultati storici ottenuti negli ultimi decenni seriamente a rischio, mostrando le carenze strutturali dell’assetto istituzionale dell’Ue. Senza istituzioni più efficaci e responsabili, è difficile immaginare come l’Ue verrà fuori dalla crisi.
Per superarla – sostengono i protagonisti di questa iniziativa – è necessario soprattutto rafforzare la forza e la legittimità democratica dell’Ue.
“La crescente disaffezione popolare dalla politica e il disincanto della democrazia – ha scritto nel suo contributo il presidente della Fondazione Italianieuropei e della Feps, Massimo D’Alema – la diffusione di tendenze populiste in molti Stati membri dell’Ue, la deriva tecnocratica delle procedure e delle istituzioni europee sono, in una certa misura, il risultato della fatica e della lentezza dell’Unione europea nella formulazione e fornitura di risposte alla crisi.
Ciò – ha continuato l’ex presidente del Consiglio – è dovuto a un deficit di leadership e di carenze strutturali tradizionali che la politica europea non è stata finora in grado di compensare. Inoltre, è da attribuire all’incapacità di cogliere appieno e interiorizzare la portata della reciproca interdipendenza degli Stati membri.
Se le politiche sono sempre più il regno delle istituzioni europee, o meglio, in alcuni casi, di organismi finanziari sovranazionali – che sono i più lontani possibile dal controllo dei cittadini – la politica rimane isolata all’interno dei confini nazionali degli Stati membri, producendo una sorta di “discrasia” tra il livello nazionale e quello europeo.
Se gli Stati membri dell’Ue – ha concluso Massimo D’Alema – mostrano un certo grado di flessibilità nella ricerca di convergenza quando è necessario per identificare gli obiettivi politici comuni, il loro approccio politico è, il più delle volte, ancora in gran parte divergente“.