I debiti della Pubblica amministrazione tolgono il sonno alle imprese già soffocate dalla crisi economica e dal crollo delle erogazioni da parte degli istituti di credito. E tutto questo mentre la pressione fiscale nel Paese tocca il record europeo, e non solo. La voce italiana a Bruxelles chiede dunque che vengano esclusi dal deficit e dal debito i pagamenti statali alle imprese, che fornirebbero uno stimolo potente alla crescita. E la Commissione di Bruxelles sembra aver deciso un’apertura in tal senso, di cui l’Italia potrebbe beneficiare avendo rispettato l’impegno del pareggio di bilancio per l’anno in corso.
La liquidazione dei debiti come fattore attenuante
La liquidazione dei 70 miliardi di debiti commerciali da parte dello Stato a favore delle imprese “potrebbe rientrare tra i fattori attenuanti” nel momento in cui sarà valutata la conformità del bilancio pubblico italiano con i criteri di deficit e debito del patto di stabilità. E’ quanto hanno affermato in una nota comune i commissari Ue agli affari economici Olli Rehn e all’industria Antonio Tajani. E’ la prima volta che l’esecutivo europeo indica chiaramente che i pagamenti ritardati alle imprese possono essere “scontati” ai fini della vigilanza europea sui conti pubblici, nota l’agenzia Radiocor-Il Sole 24 Ore.
L’impatto sul deficit pubblico
La liquidazione del debito commerciale pregresso si rifletterebbe in un corrispondente aumento nel debito pubblico e la parte di questo corrispondente a spesa per investimenti avrebbe anche un impatto sul deficit pubblico.
La condizione del rispetto dei criteri di Maastricht
Rehn e Tajani ricordano che “il quadro normativo europeo in tema di sorveglianza di bilancio pubblico non prevede uno speciale trattamento per specifiche voci di spesa che incidono sul debito e sul deficit”, ma aggiungono che il patto di stabilità e crescita permette di prendere in considerazione fattori significativi” quando viene verificato se il bilancio pubblico di uno Stato membro è in linea con i criteri di deficit e di debito.
La collaborazione con le autorità italiane
La Commissione Ue, “è pronta a cooperare con le autorità italiane per aiutare l’attuazione tecnica del piano di liquidazione del debito commerciale pregresso e accoglierebbe con favore la disponibilità di informazioni più dettagliate ed aggiornate sull’attuale ammontare di tale debito da parte di ogni livello di amministrazione pubblica”.
Incoraggiare gli investimenti produttivi
La linea della Commissione europea, indicano i due responsabili delle politiche di bilancio e dell’industria, è che vanno incoraggiati “gli investimenti produttivi” e vanno ristabiliti “i flussi di prestito all’economia reale”.
Rispondere alle esigenze di liquidità
Condizioni di finanziamento eccessivamente restrittive, soprattutto nei Paesi meridionali quali Spagna, Portogallo e Italia, “stanno ostacolando il flusso di credito verso le famiglie e le imprese e ciò frena la crescita delle esportazioni e l’attività economica”. Per questo “dobbiamo fare tutto quello che è nelle nostre possibilità per assicurare che le imprese vengano pagate per i beni e i servizi che hanno fornito, anche per rispondere alle attuali esigenze di liquidità”.
La previsione di un piano di liquidazione
La direttiva sui ritardi dei pagamenti alle imprese non si applica necessariamente all’ammontare del debito commerciale pregresso. Nel caso dell’Italia, “le autorità hanno deciso che le nuove regole si applicheranno solo ai contratti conclusi a partire dal 1 gennaio 2013”. Bruxelles indica che “una soluzione realistica al problema dell’ammontare di debito commerciale pregresso deve, probabilmente, prevedere un piano di liquidazione avente come obiettivo quello di portare tale ammontare di debito pregresso a livelli non attribuibili a ritardi nei pagamenti (livelli fisiologici) in tempi relativamente brevi”. Secondo i due commissari tale piano “dovrebbe prevedere adeguate misure contro il rischio di comportamenti opportunistici (azzardo morale) da parte delle pubbliche amministrazioni titolari del debito pregresso”.