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Le società quotate con più donne nei board

Le società leader italiane procedono lentamente verso l’applicazione della legge che impone una quota di donne pari ad un terzo del consiglio di amministrazione entro il 2015. E’ quanto emerge nell’ultimo report effettuato da GMI Ratings sulle donne dirigenti che prestano servizio nei consigli di amministrazione delle società quotate italiane.

Se da un lato, poche aziende presentano numeri significativi o qualche percentuale di donne
nei loro consigli di amministrazione, una maggioranza delle società leader del Paese ha al massimo un’unica donna nell’esecutivo e oltre un quinto nessuna. Inoltre, se da una parte le donne nei consigli di amministrazione italiani sono altamente qualificate, una minoranza significativa di esse appartiene a famiglie ben connesse sul piano sociale e degli affari o gestisce un numero eccessivo di impegni.

Tali risultati – sottolinea il report – sono preoccupanti perché i benefici sul piano della performance generati dall’introduzione della diversità degli esecutivi potrebbero essere neutralizzati nel caso in cui i dirigenti non abbiano il tempo necessario da dedicare ai loro impegni e non siano sufficientemente indipendenti per poter creare nuove prospettive per gli affari della società.

Le sette società i cui consigli amministrativi includono almeno un 20% di donne sono: Ansaldo (2 donne); Banco Popolare dell’Emilia Romagna (4); Fiat (2); Impregilo (4); Pirelli (4); Salvatore Ferragamo Italia (3) e UniCredit (4). Un’ottava società, Mediobanca, ha tre donne nel suo direttivo sebbene l’ampia base esecutiva faccia in modo che queste rappresentino meno di un quinto del totale.

Pertanto, conclude il report, nei prossimi due anni, le società italiane dovranno rapidamente includere donne nei loro consigli di amministrazione. Idealmente, in tale direzione, potrebbero considerare candidati con esperienza sia in società quotate che non quotate, sia in organizzazioni non-profit, di pubblica amministrazione o accademiche, che abbiano o meno ricoperto incarichi direttivi precedenti in società quotate a prescindere dalla nazionalità.



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