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Google? Diventerà un servizio pubblico. Parola di Krugman

La decisione di Google di chiudere Google Reader ha colto di sorpresa molti utenti e spinto a riflettere il premio Nobel americano Paul KrugmanReader, che non sarà più disponibile agli utenti dal primo luglio, è un aggregatore web-based, in grado di leggere feed atom ed Rss in modalità online o offline.

In un post sul suo blog, Krugman parte da Reader per alimentare una discussione che vede al centro il futuro di servizi basati sul web. Citando un intervento di Ryan Avent – il quale sostiene che Google ha realizzato importanti infrastrutture pubbliche, ma non sembra avere interesse a mantenerle – il premio Nobel si chiede se questo modello sia sostenibile.

Ho cercato di pensare questo – scrive – in termini microeconomici. In primo luogo, un concetto noto, ma non menzionato spesso è che un monopolista con alti costi fissi e limitata capacità di incidere sui prezzi, non può essere in grado di realizzare un profitto fornendo un bene anche quando i potenziali consumatori acquisiti da quel bene sono superiori ai costi di produzione”.

Quel che aggiunge Avent è il concetto di economie di rete, in cui l’utilità che un consumatore trae dal consumo di un bene dipende (in modo positivo o negativo) dal numero di altri individui che consumano lo stesso bene (o che lo abbiano acquistato).

In una certa misura, il monopolista può “catturare” queste economie, dal momento che consentono di includere nel prezzo del bene le persone che sono disposte a pagare per averlo. Ma ciò significa che, se il monopolista non dovesse ancora trarre vantaggio dal fornire il bene, le perdite dei consumatori sarebbero notevolmente più grandi rispetto a una situazione tradizionale di monopolio dei prezzi.

Allora, qual è la risposta?” conclude Krugman. “Come dice Avent, esempi storici con queste caratteristiche – come le reti di trasporto urbano – sono stati affrontati e risolti con la creazione di servizi pubblici. Sembra difficile imaginare ora che funzioni come quelle di ricerca e diventino pubbliche, ma probabilmente è dove alla fine ci condurrà la logica”.


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