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Sul lavoro Grillo rischia di ricadere nei cliché della vecchia sinistra

Era la fissazione degli anni Novanta. Lo scollamento dei partiti dagli interessi e dagli umori delle rispettive “basi”. Roba passata, archeologia nell’era di Internet e, almeno in teoria, un problema inesistente per un movimento come quello di Beppe Grillo, dove si vota persino chi paga le sala convegni e il programma è scritto, almeno nelle intenzioni, secondo il modello del crowdsourcing.

Poi nell’ultimo post del mega blog grillino rispunta fuori un tema che sembrava scomparso. O, perlomeno, messo in ombra da quando il Movimento cinque stelle aveva deciso di farsi carico anche degli umori dei piccoli imprenditori. Di chi è fuori dal mercato del lavoro ufficiale e campa con partita Iva o collaborazioni saltuarie.

La colpa del governo Monti – si legge nel post intitolato “Non esistono governi tecnici ma solo politici” è che “nessuno prima aveva mai messo in discussione l’articolo 18 a difesa dei lavoratori”.

>Tesi cara a Rivoluzione civile, il movimento di Antonio Ingroia che ha federato quello che restava della sinistra estrema, ma  non è riuscito a entrare in Parlamento. Cavallo di battaglia di Rifondazione comunista e della sinistra della Cgil.

Posizione legittima, ma residuale. E, verrebbe da pensare, lontana dagli interessi di chi ha votato il Movimento 5 stelle. Il diritto al reintegro in caso di licenziamento illegittimo, non è una priorità per i grillini che sono sfilati sul palco di piazza San Giovanni alla chiusura delle elezioni.

Interessa poco (se non per toglierlo di mezzo) i tanti piccoli imprenditori, soprattutto nei servizi e nell’informatica, gli artigiani e i disoccupati che animano il blog. Senza contare che l’articolo 18 non ha nessun appeal per le fasce di età più interessate al Movimento 5 stelle, giovani che non hanno possibilità, e spesso nemmeno l’intenzione, di essere inquadrati nelle forme tipiche di lavoro.

Quelli, tanto per capirci, che stanno aprendo in massa una partita Iva perché non c’è altro modo di lavorare. L’accenno all’articolo 18 potrebbe essere finito nel blog un po’ per caso e per pigrizia. Un tic da opposizione nel senso più classico. Oppure potrebbe essere il segnale che il Movimento cinque stelle sta iniziando una fase di istituzionalizzazione che lo trasformerà in un partito della sinistra italiana tradizionale. Concentrato su temi simbolo, ma sempre più lontano dagli interessi di chi lo vota. 


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