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L’Italia è “de facto già fuori dall’euro” e le nazioni del nordeuropa terranno il nostro Paese nella zona euro “fino a che non riavranno gli investimenti effettuati dalle loro banche sui titoli di stato italiani. Dopo di che ci lasceranno cadere come una patata bollente”.

Grillo si presenta come il nuovo corso della politica italiana, ma da quello vecchio ha già imparato una lezione di cui si sentiva poco il bisogno, parlare più o meno a vanvera di cose delle quali ha una conoscenza molto limitata.

E quindi giù con previsioni tra l’apocalittico e il complottistico, che non tengono conto di dettagli come i danni che quegli stessi paesi nordeuropei avrebbero da una caduta agli inferi dei conti italiani o del fatto che quegli stessi a pesi continuino a comparare debito italiano (attratti anche dai buoni rendimenti) e che quindi rientrare dagli investimenti effettuati non è cosa che accadrà domani.

Ancora dalla vecchia politica, Grillo ha subito preso l’abitudine di propinare le sue convinzioni, tipo Italia fuori dall’euro, provando a nasconderle sotto il mantello della (eventuale) volontà popolare. E meno male che questo è il nuovo…



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