Dopo anni di politica gestita da professionisti provenienti dai partiti tradizionali, le istituzioni di Roma sono state letteralmente “invase” da 163 matricole grilline.
Un movimento, quello a 5 stelle, che il Washington Post definisce una sorta di “tea party”, l’ala più populista dei conservatori americani, ma che riunisce sotto la stessa insegna personaggi antitetici come il documentarista anti-establishment Michael Moore, fervente democratico, e il conduttore radiofonico conservatore Rush Limbaugh.
Un minestrone, insomma, che in Italia ha catapultato in Parlamento gente alla primissima esperienza politica, gente comune – casalinghe, impiegati, operai – che vorrebbe porre fine allo strapotere dei partiti e ai privilegi della “casta” italiana. Forse un po’ troppo “avanti” per un Paese abituato a politici che si comportano da star e a machiavellici accordi sottobanco.
L’OSTRUZIONISMO E LE LUSINGHE DEL POTERE
L’ascesa del Movimento 5 stelle è per il Washington Post soprattutto un esperimento sociale, che pone l’accento su ciò che accade quando gli elettori decidono di modificare radicalmente lo status quo.
Molti si aspettavano che una volta eletti, questi politici alle prime armi abbandonassero un profilo basso, prendendo per sé un pezzo della torta, ma si sono rivelati più difficili da manipolare di quanto molti avevano pensato.
Tutti per ora stanno a guardare, cercando di capire se cadranno nelle grinfie del potere, che nel frattempo prova a sedurli.
La scorsa settimana hanno rotto le righe per votare il nuovo presidente del Senato, Pietro Grasso, ma è parsa una sbandata passeggera e motivata.
Al contrario, la loro resistenza a un accordo con i partiti tradizionali ha lasciato l’Italia senza un governo da quasi un mese e aumenta la prospettiva di nuove elezioni, se la situazione di stallo non potrà essere risolta.
Anche se dovesse essere formato un governo nei prossimi giorni – come sta cercando di fare il Partito Democratico – senza il sostegno dei nuovi arrivati potrebbe essere così debole da cadere in pochi mesi.
IDEE RADICALI E PREOCCUPAZIONI DELLA FINANZA
Il movimento – sta cercando di eliminare il finanziamento pubblico ai partiti politici e ai media. Ma chiede anche un referendum per l’adesione dell’Italia alla zona euro.
I membri del movimento abbracciano anche una serie di idee radicali, tra cui una sospensione dei pagamenti del debito nazionale e accesso gratuito a Internet per tutti i cittadini italiani. La preoccupazione nel mondo finanziario – rammenta il quotidiano di Washington – sta crescendo e l’agenzia di rating Fitch ha declassato il debito italiano.
Il M5s è però solo uno dei movimenti nati a seguito della crisi del debito in Europa e che stanno ridefinendo gli equilibri politici del continente, come Alba dorata in Grecia e gli Indignados spagnoli.
E mentre il terremoto politico in Italia porta la promessa di un cambiamento di cui c’è disperatamente bisogno, si corre anche il rischio di destabilizzare una delle più grandi economie del mondo e riaccendere il peggio della crisi del debito in Europa.
UN SUCCESSO DETTATO DALLA RABBIA
Se l’Italia si dirige verso nuove elezioni, alcuni sondaggi mostrano che il Movimento 5 stelle sarebbe al primo posto.
Tuttavia, gli analisti dicono che il successo del partito sia legato soprattutto alla rabbia che continua a serpeggiare tra gli elettori. Il partito – che il Wp definisce a proposito “un partito virtuale di elettori disincantati” – ha ricevuto un consistente numero di voti da parte di conservatori, per esempio, nonostante un programma che include sussidi per la disoccupazione e un’inversione di tagli fatti alla sanità e all’istruzione.
“Alcune delle misure nella loro piattaforma sono molto radicali, anche in contraddizione con quello in cui alcuni dei loro elettori credono”, ha commentato Giovanni Orsina, analista politico alla School of Government della Luiss. “Ma ora, il loro sostegno è spinto dalla rabbia popolare contro la classe politica. E in questo momento è tutto ciò a cui alcuni elettori stanno pensando”.