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Il pranzo di Papa Francesco con i preti romani

Erano 10 a tavola il giorno del Giovedì Santo con un’ospite d’eccezione: Papa Francesco, che ha voluto festeggiare il giorno in cui si ricorda l’istituzione del sacerdozio da parte di Gesù pranzando in Vaticano con alcuni sacerdoti romani. Un pranzo semplice, per un incontro all’insegna della cordialità durato circa un’ora e mezzo.

“La mia è una parrocchia del centro e mi ha invitato a tenere la chiesa aperta, come aveva già detto nell’udienza generale di mercoledì: ‘che tristezza le chiese chiuse!’. Mi ha detto che se la porta è aperta, intanto chi passa può entrare e se poi trova anche un sacerdote disponibile per confessare, diventa un’occasione per incontrare Gesù e la Chiesa”, ha raccontato don Giuseppe Trappolini, parroco di S. Giacomo, nel sito internet ‘Aleteia’. “Gli ho detto che avevo ascoltato la sua omelia durante la Messa crismale e mi avevano particolarmente colpito due passaggi. Per primo quello della stola del sacerdote che simboleggia il caricarsi sulle spalle il popolo di Dio: d’ora in poi, quando indosserò la stola è come se avessi il nome di tutti i parrocchiani scritto sopra. E poi quell’altra espressione di stare tanto a contatto con i propri fedeli, il gregge dei fedeli, da portare su di sé la ‘puzza delle pecore’. Sono delle immagini molto incisive, che restano dentro anche perché il papa fa delle omelie brevi e intense. Questo mi incoraggia perché anch’io faccio delle omelie brevi: si tratta di ‘riempirle’ bene!”. Alla fine, “non ha voluto che gli baciassimo la mano ma ha baciato ognuno di noi. Gli abbiamo chiesto se potevamo dire ai nostri parrocchiani che eravamo stati a pranzo con lui e Francesco ci ha detto di salutarli e benedirli a suo nome. Ed è proprio quello che farò stasera”.



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