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La lezione geo-politica di Scaroni non solo sul gas

L’amministratore delegato di Eni, Paolo Scaroni, è convinto che presto inizierà un’esportazione di gas dagli Stati Uniti verso l’Europa. Parlando in occasione della Offshore Mediterranean Conference di Ravenna, l’ad ha spiegato che, grazie alla “rivoluzione dello shale gas” proprio negli Stati Uniti vi è una enorme disponibilità di gas che prima non c’era. Scaroni ha spiegato di aver avuto un colloquio con il nuovo sottosegretario all’Energia Usa Moniz, e, ha aggiunto “ho avuto la sensazione che sta per iniziare un’esportazione di gas liquido dagli Usa verso l’Europa”.

Un mercato rinnovato

Secondo l’ad le aziende che comprano il gas ma anche i Paesi produttori devono prendere atto che questo mercato s è cambiato e che i contratti vanno adeguati alle nuove condizioni.

Il processo di rinegoziazione dei contratti di Eni

Parlando delle nuove scoperte legate alle shale gas in particolare negli Usa che hanno portato sul mercato enormi quantitativi di gas cosiddetto spot con il conseguente abbassamento dei prezzi, Scaroni ha sottolineato come il mercato legato ai vecchi contratti Take or pay vada rivisto. “Noi – ha detto – come compratori di gas e Paesi produttori dobbiamo prender atto che il mondo è cambiato e abbiamo l’obbligo di rendere i contratti aderenti alle nuove condizioni”. Scaroni ha infatti ricordato come la stessa Eni stia rinegoziando la maggior parte dei suoi contratti Take or pay con i suoi principali fornitori come la Statoil, la Gazprom, la Sonatrach e la Noc.

Il calo dei prezzi del gas

Scaroni ha spiegato che “la rivoluzione dello shale gas negli Usa” ha cambiato il quadro. Gli Usa “hanno smesso di importare gas che si è riversato in Europa. Il gas spot ha creato un altro mercato che non ha nulla a che vedere con i prezzi oil linked e il mercato del carbone è precipitato”. Inoltre Scaroni ha osservato come “i Paesi produttori si sono affacciati direttamente sul mercato facendo concorrenza ai loro clienti”. Tutto questo ha determinato un calo dei prezzi del gas.

Il crollo dei consumi in Europa

Inoltre, in Europa si è avuto in questi anni, a causa della crisi, un brusco calo dei consumi “meno 15% – ha detto Scaroni – nel 2012 rispetto al 2008. Se vi avessi parlato nel 2008 vi avrei detto che le previsioni per il 2012 erano di consumi pari a 630 miliardi di metri cubi, invece sono stati 480, quindi 150 miliardi di metri cubi in meno che sono pari alle esportazioni di Gazprom in Europa. Quindi ci siamo persi una Gazprom negli ultimi quattro anni”.

La garanzia degli approvvigionamenti

Secondo Scaroni le mutate condizioni del mercato del gas con l’ingresso di enormi quantitativi di cosiddetto gas spot non consentono più agli incumbent di esercitare il ruolo di garanti della sicurezza degli approvvigionamenti legato ai contratti a lunga scadenza detti anche take or pay. L’ad ha evidenziato come nei contratti take or pay “era racchiusa la componente sicurezza degli approvvigionamenti. Questo non può pesare solo sulle spalle di chi il gas lo compra. Le nuove regole del gioco non consentono più alle imprese europee di svolgere questo ruolo che ritorna ad essere un tema di carattere sovrano di spettanza dei governi e dell’Unione europea. Va affrontato dai vari ministeri dello Sviluppo dell’Unione europea con nuovi strumenti, noi ci rendiamo disponibili”, ha concluso l’ad.



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