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Così l’Italia si prepara a fronteggiare la minaccia cibernetica

L’allarme sui rischi di eventuali attacchi cibernetici arriva direttamente da Palazzo Chigi. A pochi giorni dal richiamo dei servizi segreti italiani sulla minaccia anarco-insurrezionalista e del cybercrime, è oggi il premier Mario Monti a sottolineare che un attacco cibernetico “può produrre effetti devastanti ed immobilizzare l’intero Paese”, spiegando che ‘tra pochi giorni sarà in Gazzetta Ufficiale un decreto per accrescere la capacità di rispondere a questa minaccia”. “Entro l’anno – ha concluso – è auspicabile un piano nazionale per la sicurezza dello spazio cibernetico”.

Se la minaccia anarco-insurrezionalista rimane “estesa e multiforme”, in grado di tradursi in una “gamma di interventi” che può comprendere anche “attentati spettacolari”, i servizi segreti nella Relazione annuale consegnata al Parlamento hanno evidenziato come il cybercrime rappresenti una minaccia “complessa, impalpabile e pervasiva” capace di produrre “ricadute peggiori di quelle ipotizzabili a seguito di attacchi convenzionali” e di “incidere sull’esercizio delle libertà essenziali per il sistema democratico”. E’ questa al momento, secondo gli 007 italiani, “la sfida più impegnativa per il Paese”.

L’attenzione deve dunque essere massima in quanto la minaccia interessa molteplici aspetti: “dai sistemi complessi e strutturati dello Stato e delle grandi aziende, ai computer e agli smartphone dei singoli cittadini”. Senza dimenticare che, si legge nella relazione predisposta dal Dipartimento informazioni e sicurezza diretto da Giampiero Massolo, la “soluzione al problema è di non facile individuazione e applicazione, poiché‚ gli attori, i mezzi, le tecniche d’attacco e i bersagli mutano piú velocemente delle contromisure”.



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