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La riunione a porte chiuse di Grillo e Casaleggio con i grillini

In casa 5 stelle continua a tenere banco il tema delicatissimo della democrazia interna, sempre più fattore controverso di un movimento che inizia a dubitare seriamente della reale influenza di Grillo e Casaleggio sulle scelte operate.

Una perplessità, quella dei militanti grillini, alimentata da un documento diffuso in versione integrale da Tiscali, che racconta quanto avvenuto durante la riservatissima riunione a porte chiuse che Grillo e Casaleggio hanno tenuto la scorsa settimana a Roma presso l’Hotel St. John con i 163 neoeletti del M5s; summit che ha preceduto la presentazione ufficiale dei parlamentari e dei capigruppo Crimi e Lombardi.

A scriverlo, “per rispettare gli impegni sulla trasparenza”, è il deputato Samuele Segoni, toscano, geologo e studioso dei movimenti in mare della Costa Concordia.

Il report, pubblicato online, si è poi diffuso nelle pagine dei meet-up e nei forum, attirando la curiosità di tutti gli iscritti del movimento che non avevano potuto avere notizie di quanto accaduto durante la riunione.

Per quanto sia un racconto naturalmente di parte, in quanto redatto da un parlamentare del M5s – ricorda Tiscali – il resoconto consente di approfondire alcuni aspetti del partito e il ruolo di Grillo e Casaleggio al suo interno.

A loro il compito di dare l’impostazione della linea politica (“Nessuna fiducia”) e stabilire l’organizzazione dei tanto chiacchierati “Gruppi di comunicazione” a Camera e Senato (“Li ufficializzeremo, non li gestiremo” precisa Casaleggio).

Tra gli argomenti toccati, anche disposizioni precise date ai neoeletti (“vogliono unità e linearità, non calcoli politici complessi”) e i “suggerimenti” (“gruppi parlamentari si devono dare delle regole. Noi abbiamo buttato giù qualcosa aiutati da degli studi di avvocati. Ve lo invieremo presto, è una bozza d’indirizzo, modificatevelo come vi pare a voi” aggiunge Casaleggio).

Il precedente: porte chiuse a un accordo con Bersani
Già nei giorni scorsi Grillo e Casaleggio si erano trovati sotto la lente d’ingrandimento degli iscritti a 5 stelle. Il riferimento è alle dichiarazioni che hanno portato il comico genovese e il guru a sbattere le porte al Pd su un possibile accordo programmatico senza interrogare la base, che ha scatenato in Rete centinaia di reazioni non proprio concilianti.

Molti attivisti si sono chiesti senza mezze misure in base a quale consultazione Grillo abbia operato tale decisione e se sia ancora rispettato il principio base del movimento che vede nell’uguaglianza tra iscritti e nella democrazia di Internet i suoi tratti distintivi.

Tra le reazioni a sostegno di Grillo quella del blogger Messora e del Nobel Dario Fo, favorevole a un referendum in Rete invece Don Andrea Gallo.

Nelle ultime ore un’altra tegola sul movimento: un’inchiesta dell’Espresso che documenterebbe dei presunti affari dell’autista di Grillo e di sua cognata in Costa Rica.

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