Una delle prime sfide da affrontare per il nuovo capo della Cia, John Brennan, sarà quella relativa alla conferma del nuovo capo del servizio clandestino dell’agenzia. Una donna, la prima a ricevere l’incarico, che ha un ampio sostegno all’interno della Cia. Ma che ha un passato discutibile: era tra i responsabili del programma di detenzione e degli interrogatori sostenuti dall’agenzia dopo gli attentati dell’11 settembre 2001, e sua, afferma chi l’accusa, la decisione di distruggere le cassette dei trattamenti brutali ricevuti dai prigionieri. A parlarne, oggi, è il Washington Post.
La conferma dell’agente, di cui non si può conoscere il nome, che ha preso momentaneamente il comando dopo le dimissioni del precedente responsabile, pone un serio dilemma a Brennan, che sta cercando di allontanare se stesso e l’agenzia dalle polemiche sui metodi di interrogatorio e le azioni condotte a partire dal 2001, che già avevano messo in dubbio la conferma della sua nomina in Senato. Così, per ricevere un aiuto, e uno scudo politico, Brennan ha preso la decisione di formare un gruppo, composto da tre ex funzionari della Cia, per valutare i candidati a dirigere il servizio clandestino. Una scelta inusuale, che conferma l’importanza della nomina.