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Le misure dell’Onu nella Repubblica Centrafricana

L’emergenza continua nella Repubblica Centrafricana. Il Consiglio di sicurezza dell’Onu ha condannato la presa di potere attraverso la forza da parte dei ribelli della coalizione Seleka nella Repubblica Centrafricana, chiedendo il ripristino dell’ordine costituzionale e l’applicazione dell’accordo raggiunto da governo e ribelli lo scorso gennaio a Libreville. Nel comunicato diffuso al termine delle consultazioni, i 15 Paesi membri del Consiglio Onu si sono detti pronti, “se necessario, a valutare ulteriori misure”.

Domenica scorsa i ribelli di Seleka hanno costretto il presidente Francois Bozize a fuggire dal Paese, dopo aver ucciso almeno 13 soldati sudafricani negli scontri scoppiati nella capitale. Ma come ha raccontato in un’intervista a Formiche.net Gino Strada, fondatore dell’ong Eemergency, nella Repubblica Centrafricana la situazione era fuori controllo da tempo.

Il Consiglio Onu ha condannato la “violenza e i saccheggi” che hanno portato “alla morte e al ferimento di soldati del contingente sudafricano di addestramento dispiegato nella Repubblica Centrafricana su richiesta del governo”.

L’assistenza medica a Bangui
Oltre agli addetti di Medici senza frontiere e della Croce rossa internazionale, a Bangui non ha smesso di operare il centro pediatrico di Emergency. “Molte organizzazioni stanno lasciando la Repubblica Centrafricana”, mentre quella di Gino Strada ha deciso di rimanere “per continuare a garantire cure ai bambini che ne hanno bisogno”. La decisione è stata diffusa via email da Emergency, che ha lanciato un appello a sostenere “i nostri medici a Bangui”.



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