La palla per la soluzione della crisi è nelle mani di altri giocatori, ma la prima iniziativa che potrebbe portare al dialogo tra gli attori politici potrebbe alla fine essere quella di Mario Monti: costretto dalle urne nel ruolo di quarta forza del Paese, ma ancora presidente del Consiglio in carica per gli affari correnti, è in questa veste che il leader di Scelta Civica invita a Palazzo Chigi quelli che sono stati i suoi contendenti nell’ultima campagna elettorale. Il motivo è l’imminente Consiglio Europeo sulle priorità della politica economica comunitaria, in calendario il 14 marzo, e l’invito a confrontarsi preventivamente sulla posizione italiana è rivolto “all’onorevole Silvio Berlusconi, all’onorevole Pierluigi Bersani, al signor Beppe Grillo”.
Una decisione concordata con Giorgio Napolitano, nel colloquio avuto in mattinata al Quirinale. E che, di fatto, potrebbe essere il primo coinvolgimento ufficiale del “signor Beppe Grillo” nelle responsabilità che comporta il risultato elettorale. Sempre che Grillo accetti. Nella nota di Palazzo Chigi che ieri ha diffuso la lettera inviata da Monti, si spiega infatti che l’invito è rivolto ai “leader delle coalizioni o forze politiche presenti in Parlamento”. Ma senza il ‘rischio di foto di gruppo: “distinti incontri”, si precisa nella lettera.
Intanto a pranzo Monti ha visto l’alleato Pier Ferdinando Casini. Incontro sui gruppi parlamentari, è una versione; sull’analisi della situazione e degli scenari, è un’altra. Di sicuro c’è che mercoledì si riuniranno gli eletti di Scelta Civica: appuntamento alle 11,30 nella Sala della Mercede, mentre il giorno dopo si terrà il Consiglio Nazionale dell’Udc. Ma nel pranzo di oggi, Monti e Casini non avrebbero solo parlato della costituzione di gruppi parlamentari unici (“Impegno preso durante la campagna elettorale, non c’è motivo per cambiare idea”, spiega una fonte centrista) ma anche discusso del quadro politico. Tema affrontato da Monti anche in numerosi colloqui e contatti con gli altri esponenti di Scelta Civica, da Andrea Riccardi ad Andrea Olivero.
Con la preoccupazione che la prospettiva di nuove elezioni sia probabile, e il timore che dunque si torni a rivotare con il ‘Porcellum’: “E’ una legge bipolare, in un quadro che vede quattro schieramenti”. E lo scenario di instabilità rischia di polarizzare il voto proprio a danno dei centristi, ormai la quarta forza in campo: Rischiamo di essere schiacciati, sarebbe stata la valutazione. Da qui un primo giro di opinioni sui possibili scenari, che dipendono in particolare da chi metteranno in campo gli altri schieramenti: magari Matteo Renzi nel centrosinistra, oppure un passo indietro di Silvio Berlusconi nel centrodestra.
Certo, la strada per il ritorno alle urne è ancora lunga, tuttavia “l’unica prospettiva attualmente in campo, quella del governo di minoranza, è al momento molto lontana”, ragiona una fonte. Mentre tra i centristi si danno poche chance anche ad un ‘cedimento’ del Pd all’accordo con Berlusconi: “Proprio dopo le rivelazioni di De Gregorio e la requisitoria dei pm del processo Ruby?”, si chiedono scettici. Tuttavia, si ragiona anche su un possibile rientro in gioco dello stesso Monti, quale ‘garante’ verso i mercati e le cancellerie mondiali. Pure se con qualche scetticismo tra le fila Udc: “Dopo la campagna elettorale, gli possono offrire al massimo il ruolo di ministro dell’Economia o degli Esteri”. Ma la consapevolezza è che “la palla non la giochiamo noi, in questa fase”. A meno che l’iniziativa sul Consiglio Europeo non possa agevolare l’ipotesi di una ‘proroga’ del governo Monti.