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Zavattini alla Pinacoteca di Brera

Scrittore e sceneggiatore, Cesare Zavattini, ma anche un collezionista d’arte. L’interesse per il pennello, una sorta di “folgorazione”, la scoperta di un “divertimento”, di un piacevolissimo svago, lo porta a dipingere incessantemente, a circondarsi per tutta la vita da quadri, suoi e degli artisti a lui contemporanei. Una raccolta che, alla fine della sua vita, giunge a quota 1500 opere.

Zavattini mette insieme una raccolta unica, non solo per il numero raggiunto, ma soprattutto per l’originalissimo formato scelto: “Non potendo fare collezione di quadri grandi perché costavano troppo”, ripiega su una “collezione di quadri piccoli, le cui dimensioni sono di media otto centimetri per dieci”. Per ragioni economiche Zavattini è costretto a scegliere un formato ridotto, ma inventa anche un nuovo tipo di collezionismo: sono le opere “minime”.

La piccola dimensione va esplicitamente richiesta e Zavattini, da scrupoloso e esigente committente, quando ordina l’opera, ne specifica sempre le misure: 8 centimetri per 10. La proposta raggiunge praticamente tutti gli artisti più e meno noti in quegl’anni e trova consenso pressoché unanime; ne offre testimonianza il fitto carteggio intercorso fra lo scrittore-collezionista e i tanti pittori e scultori, critici d’arte, giornalisti, galleristi e direttori di musei, italiani e stranieri, con i quali entra in contatto.

La raccolta, iniziata nel 1941, trova spazio nella sua casa romana di via Sant’Angela Merici, le cui pareti appaiono nelle foto dell’epoca rivestite di quadretti in minuscole cornici: una tappezzeria di nature morte, paesaggi, soggetti astratti, ritratti e soprattutto autoritratti: “A tutti i pittori ho chiesto l’autoritratto, così ho anche gli autoritratti di quasi tutti i pittori italiani nelle dimensioni suddette”. Lo circondano per anni i volti di: Fontana, Burri, Balla, De Chirico, Savinio, Capogrossi, Severini, Rosai, Casorati, Sironi, Mafai, Soffici, De Pisis, Campigli, Afro, Consagra, Depero, Guttuso, Sassu, Dorazio, Manzù, Leoncillo, Melotti, Marini, Schifano, Vedova, Rotella, Festa, Turcato, Munari, Pistoletto, Plessi, solo per citarne alcuni. Ogni dipinto appare assieme autonomo e seriale, perché frutto della libertà d’espressione dell’autore e al contempo delimitato dal formato “minimo” rispettato: un unicum straordinario, perché volutamente non monumentale.

Purtroppo nel 1979 tutto viene ceduto alla Galleria Annunciata di Milano e in seguito smembrato e venduto. Perdute in gran parte le tracce dei millecinquecento quadri, nel 2008 un consistente nucleo di ben 152 autoritratti viene recuperato e acquisito alle collezioni della Pinacoteca di Brera.

Da anni immagazzinati in deposito, e dopo accurate operazioni di restauro, gli splendidi Autoritratti minimi del più noto museo pubblico milanese verranno presentati per la prima volta al pubblico in una mostra dedicata alla storia della collezione e ai rapporti fra Zavattini e il mondo dell’arte. I 152 capolavori saranno tutti esposti, dal 7 maggio all’8 settembre, nella sala XV della Pinacoteca, accanto ad alcuni esemplari di Autoritratti realizzati da Zavattini stesso. A corredo sarà esposto un ricco corpus di testimonianze documentali cartacee e video – lettere, cartoline, telegrammi, brochure, inviti, fotografie, interviste e documentari – relative alla raccolta e ai suoi protagonisti. Oltre ai capolavori dei grandi maestri già menzionati, l’esposizione include anche gli autoritratti di artisti quali Accardi, Adami, Angeli, Baj, Birolli, Carena, Cascella, Corpora, Donghi, Dottori, Fazzini, Ferrazzi, Funi, Greco, Guidi, Ligabue, Maccari, Magnelli, Marussig, Maselli, Mastroianni, Mazzacurati, Music, Novelli, Parmiggiani, Pericoli, Perilli, Pirandello, Pizzinato, Prampolini, Radice, Rivera, Siqueiros, Tosi, Ziveri, ma anche di scrittori come Buzzati, Dorfles, Scheiwiller, Soldati e altri.

Curata da Marina Gargiulo, direttore delle collezioni del XX secolo della Pinacoteca di Brera, la mostra si avvale del consistente supporto scientifico dell’Archivio Cesare Zavattini – Biblioteca Panizzi di Reggio Emilia, e del contributo di esperti dei diversi aspetti della poliedrica produzione culturale zavattiniana. A corredo dell’esposizione la pinacoteca proporrà un programma di approfondimenti culturali rivolto ai diversi visitatori della mostra e un ciclo di conferenze e dibattiti dedicati ai tanti Za: lo scrittore giornalista, critico e sceneggiatore, il fotografo, il regista, il pittore, il collezionista e l’amico degli artisti.

Negli stessi mesi di apertura della mostra la Fondazione Cineteca di Milano – Museo del Cinema dedicherà la sua programmazione alla figura di Cesare Zavattini e al Cinema neorealista. Mostra e catalogo sono realizzati in collaborazione con Skira editore.


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