Secondo il sito Politico, da quando Barack Obama è presidente non ha mai pronunciato pubblicamente la parola “Cecenia”. Ma ora, dopo la vicenda di Boston, sarà più difficile continuare a farlo.
I funzionari della sicurezza russa non hanno informazioni su un collegamento possibile tra i fratelli Tsarnaev, presunti responsabili nell’attacco di Boston, e il gruppo di terroristi sotto Doku Umarov, signore del terrore in Cecenia. “Abbiamo controllato tutti i possibili canali di informazione e comunicazione tra Tsarnaev e Umarov, ma non si trova nessuna prova a sostegno di questa relazione”, ha detto un rappresentante delle forze dell’ordine cecene. Secondo lui, “se i Tsarnaev fossero stati associati con i banditi di Umarov, i loro nomi sarebbero inclusi nel database”.
Un problema anche per Mosca
L’attentato di Boston ha dominato sui media in Russia come in altri paesi. Ma forse di più. Sebbene lo stesso presidente statunitense Barack Obama abbia riconosciuto che i fratelli Tsarnaev sono comunque parte della società americana, vista dalla Russia l’intera tragedia è un doppio colpo all’immagine del Paese.
In primis per Mosca, perché è chiaro che i fratelli Tamerlan e Dzhokar sono i figli del Caucaso, la più instabile delle regioni russe, dove si terranno le prossime olimpiadi invernali. In secondo luogo perché sono la dimostrazione che non sono bastate due guerre in Cecenia per sedare la spinta terroristica, nata tra quelle montagne. Ci sono diversi livelli di conseguenze.
La condanna di Putin
Non ultima il rapporto tra Vladimir Putin e Barack Obama, da sempre non dei più semplici e lineari. Ma in questo caso abbastanza caloroso. In una conversazione telefonica con Obama, Putin ha espresso le sue condoglianze all’America. E successivamente all’apertura del campionato del mondo juniores di hokey a Sochi, il presidente russo ha usato parole molto severe di condanna: “una terribile tragedia avvenuta a Boston durante eventi sportivi internazionali, il che rende il crimine particolarmente efferato”. Insomma nessuna pietà per i due fratelli.
Un altro livello è quello delle polemiche interne e delle critiche al potere centrale. Non appena è stato riferito che i fratelli Tsarnaev venivano dalla Cecenia, da “Eco di Mosca” – la radio più autorevole della Russia – il vice direttore Vladimir Varfolomeev nel suo blog ha chiesto scusa agli “americani”, perché ancora una volta testuale “sarebbe ingiusto, eufemisticamente, chiamarli caucasici. Sono i nostri russi”. Questo intervento si intitolava “Export of Terror”.
I servizi segreti
Molte reazioni a caldo, convulse e capaci di generare conseguenti polemiche. Ovviamente anche a distanza. Il collegamento che è stato tracciato da fonti americane tra i fratelli Tsarnaev e il capo dei terroristi ceceni Doku Umarov è stato smentito dall’Fsb, i servizi segreti russi. Inoltre regna una certa approssimazione anche sui media occidentali. Sotto l’etichetta ceceni, si indicano i due fratelli, le cui origini sono del Caucaso del Nord, ma nati e cresciuti in Kirghizistan e vissuti a Makhachkala, ossia il Daghestan. Ovvero nei due principali bacini di instabilità dello spazio Ex sovietico. E dove l’Islam rischia pericolose deviazioni. Polemiche e precisazioni, c’è la paura.
È da tempo che persone provenienti dal Caucaso del Nord sono impegnate in conflitti sporchi. In Siria stanno combattendo terroristi ceceni molto addestrati, ha riferito l’Home Office britannico. Che recentemente ha espresso preoccupazione che i combattenti dell’opposizione siriana – alcuni già con passaporti europei – potrebbe presto passare al Vecchio mondo e continuare a compiere attentati là.