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Le scuse a caro prezzo di Apple alla Cina

Apple chiede scusa alla Cina e chiude in calo in Borsa, dove le quotazioni perdono il 3,11% a 428,91 dollari. Calo che arriva proprio nel giorno della lettera di scuse dell’amministratore delegato, Tim Cook, alla Cina e delle indiscrezioni su una vendita del 10% della società da parte di uno dei suoi maggiori azionisti, Fidelity Contrafund.

La lettera
Nella lettera scritta in cinese e pubblicata sul sito made in China della società, Cook assicura che rivedrà molti aspetti delle proprie politiche di assistenza e servizio in Cina. Per cominciare, Cupertino chiede scusa per le incomprensioni create da una scarsa comunicazione con i clienti, e assicura che la società rifletterà seriamente sulle recenti accuse alla sua policy di garanzia dei prodotti. La lettera giunge a due settimane di duri attacchi nei confronti di Apple in Cina, e punta a mettere fine alla pubblicità negativa che ne è derivata in quello che è il secondo mercato di Apple dopo gli Stati Uniti.

Le accuse
Lo scorso mese, infatti, Cupertino è stata accusata di aver contravvenuto ai periodi di garanzia, di aver adottato politiche di customer service che discriminano i clienti cinesi, e di aver fornito risposte inadeguate e arroganti alle lamentele. Cook assicura che Apple cambierà le proprie politiche sulle garanzie per l’iPhone 4 e 4S e che formerà in modo più adeguato i rivenditori autorizzati di prodotti Apple sulle politiche della società. ”Siamo consapevoli della mancanza di comunicazione, che ha portato alla percezione di un atteggiamento arrogante da parte di Apple e al ritenere che non ci curiamo dei nostri clienti. Esprimiamo le nostre più sincere scuse”, afferma Cook nella lettera. Per Cook si tratta delle seconde scuse pubbliche da quando ha assunto le redini di Apple. La prima occasione era stata l’app sulle mappe.

Android batte Apple
Apple, dopo aver vissuto di rendita grazie al lancio dell’iPhone 5, adesso sta rapidamente perdendo quota di mercato.  Dopo gli exploit consumistici di Natale e le file estenuanti per accaparrarsi l’ultima creazione made in Apple, la Casa di Cupertino è andata in affanno. Un report pubblicato sul  Wall Street Journal, rendeva pubblica una nota che Apple aveva inviato ai propri fornitori per ridurre gli ordinativi per i componenti degli iPhone 5. “Apple ha tagliato gli ordini di componenti per l’iPhone 5 a causa di una domanda inferiore al previsto”, si leggeva sul quotidiano. Ma alla base della decisione potevano esserci altre ragioni: alcuni analisti facevano riferimento al probabile lancio di un modello di iPhone più economico nel corso del 2013 per contrastare la concorrenza con Samsung.

Secondo i dati di Kantar World panel Comtech, che effettua continui sondaggi sui possessori di telefoni cellulari, pubblicati sul sito Business Insider, infatti oggi Apple possiede il 43,5 per cento del mercato statunitense, mentre Android si aggiudica il 51,2 per cento del mercato grazie al calo dei prezzi dei telefoni Samsung.  A questo punto per BI le strade da percorrere potrebbero essere tre: lanciare un telefono nuovo ed entusiasmante, ipotizzarne un altro a prezzi ridotti, oppure esordire con un prodotto completamente nuovo. Fermo restando che gli investitori non disdegnerebbero tutte e tre le ipotesi.

Il no dell’ufficio brevetti al marchio “iPad mini”
Un’altra sconfitta giunge per Apple anche dall’ufficio brevetti americano, il Patent and Trademark office, che ha rifiutato la registrazione del marchio mini iPad. La domanda per la registrazione, come riferisce Patently Apple, era stata presentata a ottobre 2012, ma il rifiuto alla registrazione sarebbe arrivato a fine gennaio e reso pubblico solo la scorsa settimana. Secondo le autorità la parola ‘mini’ si riferisce a una caratteristica del prodotto. E visto che l’azienda di Cupertino ha già registrato il marchio iPad, il nome iPad Mini potrebbe generare confusione nei consumatori.  Apple ha ora sei mesi di tempo per presentare ricorso oppure rinnovare la documentazione.



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