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Banche più sicure con la firma biometrica. E la privacy?

Riconoscere le firme autentiche sarà più semplice grazie ai nuovi sistemi di analisi biometrica in grado di riconoscere ritmo, velocità e pressione esercitata durante il movimento della firma.

Per permettere agli istituti bancari di beneficiare di questi nuovi strumenti il Garante per la privacy ha autorizzato l’avvio di due progetti innovativi che consentono ad alcune banche di identificare i propri clienti tramite l’analisi biometrica della firma apposta su dei lettori digitali, ma solo in seguito all’adozione di apposite garanzie a tutela della privacy.

Come funziona

La biometria consiste in un insieme di tecniche volte all’accertamento dell’identità di un individuo basate sulla decodifica delle sue caratteristiche morfologiche. Basa il riconoscimento non su qualcosa che si possiede (una smart card), né su qualcosa che si conosce (una password), ma su caratteristiche proprie della persona, che sono uniche e non riproducibili, né possono essere perse o dimenticate. Secondo la nuova procedura il cliente non firmerà più su un normale foglio di carta, ma su un tablet elettronico “grafometrico” capace di acquisire alcuni parametri biometrici della persona tra cui il ritmo, la velocità, la pressione esercitata durante il movimento di firma. Al fine di consentire l’autenticazione del cliente che appone la firma, a questo punto i dati registrati sono poi confrontati con quelli già memorizzati in precedenza.

L’utilità

Alla luce della specifica normativa del settore bancario, che richiede, ad esempio, l’identificazione certa e rigorosa dell’utenza, in un’ottica di sana e prudente gestione del rischio, nel corso dell’istruttoria sui due progetti presentati per una verifica preliminare, il Garante ha riconosciuto l’effettiva utilità del nuovo strumento.

Nessun obbligo

Come precisato dall’Autorità,  non sarà possibile imporre alla clientela di aderire alla nuova procedura di analisi biometrica della firma. Gli utenti, infatti, devono poter esprimere il loro consenso al trattamento dei dati in forma libera, con la garanzia di poter usufruire di procedure alternative per la sottoscrizione di documenti bancari.

E la privacy?

L’Autorità ha evidenziato che i dati biometrici così raccolti, a meno che non sia previsto da apposite normative di settore, potranno essere conservati solo per il tempo strettamente necessario a offrire il servizio o per rispondere a eventuali contestazioni presentate anche in sede giudiziaria. Il Comitato nazionale per la Bioetica ha manifestato più volte preoccupazioni sull’utilizzo di questi dispositivi indicando un percorso di proporzionalità nell’utilizzo della biometria che implichi, ogni volta che è possibile, almeno il consenso dei cittadini alla raccolta e all’utilizzo dei dati. La biometria ha un grande pregio che è anche il suo principale difetto: è estremamente efficiente. I benefici sono irrinunciabili e superano di gran lunga i pericoli (in parte inevitabili), tuttavia nell’era del data-mining la discussione non può più riguardare soltanto gli specialisti perché la distinzione tra un uso appropriato o inappropriato delle tecnologie biometriche e l’affermarsi di bar-code umani riguarda principalmente i valori, ovvero l’etica e la politica.

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