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Sorpresa, il Golfo del Messico si è ripulito grazie ai batteri

Il Golfo del Messico si è almeno in parte “ripulito” dagli effetti della marea nera provocata dall’esplosione della piattaforma offshore “Deepwater Horizon”: gli effetti a lungo termine dell’inquinamento rimangono tuttavia ancora impossibili da determinare, così come le possibilità ultime di resistenza dell’ecosistema locale.

Come spiega il sito della Bbc, una ricerca dell’American Chemical Society ha messo in luce l’azione dei microorganismi che si attivano per degradare il petrolio, presenti nelle acque profonde dato che la trasudazione di greggio dai fondali oceanici non è infrequente e crea quindi una particolare nicchia biologica.

In particolare si tratta di batteri capaci di degradare il metano ma che una volta esaurito il loro “cibo” preferito sono in grado di attaccare altri idrocarburi: l’improvviso rilascio di notevoli quantità metano seguito all’esplosione della piattaforma ne ha fatto aumentare esponenzialmente la popolazione, provocando quindi un’azione di “ripulitura” delle acque. Ad ostacolare l’azione dei batteri sarebbero invece le sostanze chimiche utilizzate per disperdere il greggio, tossiche per la maggior parte dei microorganismi.



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