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Se Bersani-Berlusconi non sono Berlinguer-Moro. Parla Macaluso

Le larghe intese evocate da Giorgio Napolitano? Allora c’erano partiti con una solida base politico-culturale, spiega a Formiche.net Emanuele Macaluso, che proprio nel ’76 fu eletto per la prima volta in Senato dopo tredici anni alla Camera: “Certamente molto diversa l’una dall’altra, ma l’avevano”. Oggi sono semplici aggregati di matrice elettorale, che non hanno fatto ciò che Napolitano aveva prescritto a urne chiuse. Ecco la conversazione con l’ex direttore dell’Unità e del Riformista.

Bersani sostiene: “Siamo fermi non per malavoglia di Bersani o Berlusconi ma per l’incrocio con l’elezione del Colle e le prossime mosse bisogna che le faccia il nuovo presidente”. Solo colpa del calendario?
La questione relativa al capo dello Stato penso sia stata innescata dopo, quando Napolitano ha constatato che proprio dal modo con cui Pd e Pdl si ponevano nei confronti di un possibile governo del presidente, venivano degli ostacoli insormontabili. Quindi una responsabilità dei partiti secondo me c’è.

Napolitano richiama alle larghe intese del ’76: ma il coraggio di cui parla crede si riferisca a quella forma di governo o alla stazza di quei leader?
Ritengo soprattutto allo spessore di quegli interpreti, tuttavia la questione non riguarda una ripetizione meccanica di quello che si era verificato allora. Bisogna sempre tenere conto che in quella circostanza vi erano due grandi partiti che avevano leader molto forti: Berlinguer da una parte e Moro dall’altra. Ed erano partiti strutturati, con una base politico-culturale, certamente molto diversa l’uno dall’altro, ma l’avevano. Oggi non siamo di fronte a partiti. A destra c’è un partito personale del Cavaliere che è un’altra cosa, soprattutto un aggregato attorno a lui. Dall’altra parte nemmeno vi è un partito, solo un aggregato politico-elettorale, in cui convergono tante componenti ma senza una ristrutturazione di matrice culturale. É chiaro che la difficoltà viene dal fatto che tali forze non sono in grado di assumersi grandi responsabilità proprio a causa della loro fragilità.

Quanto è realistica una proroga di Napolitano sul Colle?
Non ci sarà alcuna proroga. Il presidente ha giustamente fatto obiezioni istituzionali in quanto è una carica che dura sette anni: creare un precedente in questo senso sarebbe molto grave e Napolitano certamente non lo farà. In secondo luogo c’è un problema anche di stanchezza e di età, così come ha giustamente ammesso più volte lui stesso.

Lo stop alle commissioni secondo Grillo è un golpe: sicuri che non ci fosse altra strada per dare avvio a quei lavori?
Se non si definisce prima una maggioranza e una minoranza come regolare poi presidenze e commissioni? Soprattutto alcune presidenze specifiche debbono essere date all’opposizione, mi riferisco a quelle di controllo come la Rai o il Copasir: storicamente è così. Al pari delle presidenze, anche le vicepresidenze sono state sempre dosate sulla base dei criteri di governo. Qui non si sa niente. Per cui non credo vi sia una difficoltà costituzionale, bensì istituzionale e di prassi, relativa a come poi dovranno funzionare questi organi.

Lo scorso anno la disastrata Grecia, dopo le seconde elezioni, in una settimana compose un governo di larghe intese. In Italia a quaranta giorni dalle urne siamo ancora allo stallo: sottovalutazione o incoscienza?
Diciamo le cose come stanno, la situazione è oggettivamente difficile. Berlusconi tenta sempre di coinvolgere le sue questioni personali nella trattativa politica in corso. Gli altri non sono in grado di mantenere un’unità del partito di fronte alla possibilità di un governo che li veda insieme. Personalmente credo che la soluzione possibile sia quella che inizialmente aveva delineato Napolitano. Non l’idea di fare un governo di grande coalizione così come ancora qualcuno dice, bensì un esecutivo fatto da personalità. A cui Pd e Pdl danno l’astensione o il voto. Ma in modo da avere una guida che intanto inizi a governare il Paese. Ovvero, non stare assieme in un governo ma assieme avere la responsabilità di farlo nascere: questo sarebbe dovuto essere. E questo dovrebbe essere.

twitter@FDepalo


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