E’ sedato ed intubato, Dzhokar Tsarnaev il giovane ceceno sospettato di aver causato gli attentati di Boston: ricoverato “in condizioni gravissime ma stabili, il giovane non può parlare”, ha detto il governatore del Massachusetts, Deval Patrick: “Io e -ritengo- tutte le forze dell’ordine, speriamo che sopravviva perché abbiamo un milione di domande, e domande che necessitano risposte”.
Sorvegliato speciale in una stanza d’ospedale, il giovane ancora non è stato incriminato, ma rischia la pena di morte: in Massachusetts non c’è più la pena capitale, ma le autorità potrebbero richiederla a livello federale. Dopo essere riusciti a catturarlo vivo, le autorità aspettano di interrogarlo con la speranza che possa rispondere agli interrogativi, prima di tutto se lui e il fratello, Tamerlan, abbiano agito da soli, e perché.
Il giovane ha riportato ferite di arma da fuoco alla gola e a una gamba e ha perso molto sangue prima di essere catturato dagli agenti. Secondo la Cbs, che cita uno degli investigatori, la ferita alla gola potrebbe essere stata provocata da un tentativo di suicidio.
L’eccezione dell’Fbi
La decisione delle autorità di voler interrogare il sospettato senza che gli vengano letti i cosiddetti “Mirada Rights”, la formula standard con la quale si informa un sospettato del suo diritto a rimanere in silenzio e a pretendere l’assistenza di un avvocato, ha sollevato le critiche degli attivisti per i diritti civili. L’Fbi ha sollevato una “eccezione” prevista per i casi di “sicurezza pubblica”, sebbene gli attivisti sostengano che questa sia prevista solo nei casi di minacce “imminenti”.
Il suo stato d’animo
Il 19enne ceceno sospettato di essere l’autore degli attentati alla maratona di Boston trascorse una serata con gli amici dopo la tragedia: Dzhokar Tsarnaev, catturato al culmine della più gigantesca caccia all’uomo degli ultimi anni in Usa, apparve “rilassato” e “come se non fosse successo nulla” quando ritornò al dormitorio del suo campus, a Umass Dartmouth, alle porte di Boston; e secondo il Boston Globe, due giorni dopo l’attentato il giovane partecipò a una festa con i suoi amici e andò anche in palestra. “Era assolutamente rilassato”, ha raccontato un amico.
La pista russa
Gli investigatori che indagano sull’attentato di Boston non escludono alcuna pista, neanche quella russa. E vogliono vederci chiaro sul viaggio che Tamerlan Tsarnaev, il sospetto terrorista ucciso, fece nel 2012 in Cecenia e in Daghestan. ‘Potrebbe essere una chiave per risalire al movente dell’attentato’, affermano alcune fonti investigative al New York Times.