Non c’è più tempo, “senza crescita l’Italia è perduta”. Con queste parole il presidente del Consiglio Enrico Letta si è rivolto ai deputati nel discorso introduttivo al voto di fiducia.
Il tono perentorio usato dal premier è servito a sottolineare l’eccezionalità del suo governo di larghe intese e la necessità di approntare in tutta fretta misure per rivitalizzare l’economia italiana, da tempo in recessione.
Per farlo, Letta ha proposto alla Camera la sua agenda, alla quale Formiche.net dedica uno speciale.
Il presidente del Consiglio pisano ha indicato un elenco di cose da fare che si muoverà su tre coordinate: lavoro e welfare, fisco, economia e imprese, con un occhio di riguardo a ricerca e innovazione.
Un programma ambizioso, che avrà innanzitutto bisogno di una copertura finanziaria adeguata, ma che per il momento soddisfa i mercati, clementi con il nuovo esecutivo.
Ecco le principali proposte di taglio ai costi della politica del governo Letta rilanciate dai giornali italiani.
Uno dei primi atti del nuovo governo – rileva il Sole 24 ore – riguarderà lo stipendio dei ministri che siano anche parlamentari. Questo istituto verrà infatti abolito e i titolari dei vari dicasteri percepiranno una sola indennità.
Più avanti l’esecutivo si concentrerà sulla riforma del finanziamento ai partiti, che avrà due momenti. Il primo sarà l’abolizione della legge sui rimborsi elettorali, il secondo favorirà la partecipazione interna, la trasparenza, per condurre a forme di autofinanziamento.
Il Corriere della Sera si concentra su uno dei provvedimenti più difficili da attuare, più volte annunciato dai precedenti governi – ora anche da Letta – ma ancora sul tavolo. Il riferimento è al taglio delle Province. Per dare corso a una riforma degli enti locali, il nuovo presidente del Consiglio ha dalla sua il momento storico difficile e un Parlamento rinnovato. Il percorso rimane comunque in salita.