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Ecco tutti i Grillo d’Europa

L’ascesa di Beppe Grillo e del Movimento 5 Stelle nel panorama politico italiano rappresenta solo l’ultima declinazione di un fenomeno, quello dell’euroscetticismo – a volte sconfinante addirittura nell’antieuropeismo, – che in Europa si sta diffondendo già da qualche anno.
Quello che inizialmente era un dissenso verso l’euro e verso le politiche di austerità si è allargato a comprendere tutte le forme di protesta contro la politica tradizionale, che hanno trovato terreno fertile nell’incapacità dei governi di offrire una via d’uscita credibile dalla crisi economica. A questo si è affiancata la percezione di una sempre maggiore ingerenza di Bruxelles nelle scelte nazionali, come nel recente caso Cipro.
Ciò ha aperto il campo a nuovi movimenti, sorti per l’occasione o rinvigoriti dalla crisi economico-politica, che hanno guadagnato rapidamente consensi in tutta Europa, con connotazioni diverse da paese a paese.
Questi e altri aspetti sono stati analizzati in un dossier dell’Ispi, Istituto per gli studi di politica internazionale.

L’ALBA DORATA CHE SORGE IN GRECIA
Uno dei fenomeni di antipolitica più preoccupanti per Bruxelles è senz’altro quello greco di Alba Dorata.
Contrariamente a ciò che ci si potrebbe aspettare, nella retorica nazionalsocialista di Alba Dorata in Grecia, l’Europa e la crisi dell’euro si trovano all’ultimo posto. Quello che invece agita il gruppo nazista è l’immigrazione, considerata non come problema sociale, ma come questione “razziale”, in antitesi con i principi fondanti dell’Unione.
Sull’Europa e la sua unificazione, invece, il gruppo d’ispirazione hitleriana ha sempre manifestato opinioni semplicistiche, dettate soprattutto dall’opportunità: ha paura che prendendo posizioni nette contro l’Unione possa perdere gran parte del consenso che ha guadagnato per l’inadeguatezza della classe dirigente del paese.

L’OLANDA ISLAMOFOBA DI WILDERS
Tendenze euroscettiche non risparmiano nemmeno un paese come l’Olanda, noto per la sua lunga tradizione di tolleranza.
Il Partito olandese per la libertà (Pvv), dalla forte connotazione islamofoba, è salito alla ribalta globale e incarna l’ascesa in Europa di frange di estrema destra. Il suo leader è Geert Wilders, un parlamentare olandese famoso per le sue critiche senza censure all’Islam.
Per quanto riguarda l’Unione europea, il partito di Wilders sostiene che le istituzioni di Bruxelles abbiano perso la fiducia degli elettori olandesi e che ci si debba svincolarsene quanto prima sia dal punto di vista politico, che dall’adesione alla moneta unica.
Di contro, in altri aspetti il Pvv è un partito di estrema destra anomalo rispetto al contesto europeo: non usa una retorica antisemita, è a favore dei diritti delle donne e degli omosessuali, sostiene l’eutanasia.

L’EURO A DUE VELOCITÀ DI GERMANIA E AUSTRIA
Nemmeno la Germania, padrona indiscussa dell’Eurozona, è risparmiata da spinte nazionaliste.
Quando mancano sei mesi alle elezioni, Alternative für Deutschland, il nuovo partito tedesco anti-euro che sta nascendo in queste settimane, conta su un elettorato potenziale che secondo alcuni sondaggi potrebbe superare il 20 per cento del totale.
La crisi progressiva dei grandi partiti tedeschi non è stata pesante come quanto è avvenuto in altri paesi, ma AfD potrebbe attecchire tra chi è preoccupato per gli effetti negativi della crisi sull’economia tedesca.
AfD è collegata con il Team Stronach für Österreich, un movimento austriaco fondato a Vienna dall’ottantenne industriale austro-canadese Frank Stronach, la cui piattaforma politica prevede tassi di cambio flessibili all’interno dell’Eurozona, perché “un euro tedesco o austriaco deve valere di più di un euro greco”.
In pratica la realizzazione di un vecchio progetto dei falchi europei del rigore, un Euro a “due velocità”.

LA SFIDUCIA IBERICA
Né in Spagna, né in Portogallo si sta verificando un’ondata di populismo o euroscetticismo, come invece accade in altri paesi membri dell’Unione Europea, anche se è evidente che la sfiducia nei confronti dell’Ue è notevolmente cresciuta in entrambi i paesi duramente colpiti dalla crisi.
Ciò non avvalora l’ipotesi che i cittadini intendano bloccare la costruzione europea.
Continua chiaramente a prevalere l’opinione che l’appartenenza all’Ue sia comunque positiva e un’ampia maggioranza della popolazione non prende nemmeno in considerazione l’ipotesi dell’uscita dall’euro, anzi al contrario lo ritiene indispensabile.
Nella penisola iberica non esiste per il momento un Beppe Grillo. Tuttavia – evidenziano commentatori iberici – ciò non significa che questo varrà anche per il futuro.

GLI INDIPENDENTISTI BRITANNICI CHE INFLUENZANO CAMERON
Il Partito britannico dell’indipendenza (Uk Independence Party, Ukip) è animato da forti sentimenti antieuropeisti. Guidato da più di un lustro dal 48enne Nigel Farage, interviene con vigore ormai da una ventina d’anni nel dibattito politico legato ai vantaggi e agli svantaggi associati all’appartenenza del Regno Unito all’Unione Europea, basando la propria azione politica sull’ostilità verso le stesse istituzioni europee.
L’Ukip ha una connotazione differente da partiti analoghi: è di destra per quanto riguarda immigrazione e politica internazionale, moderatamente sinistra sul fronte dei diritti civili.
Il bersaglio principale dell’azione del Partito britannico dell’indipendenza è stato il Partito Conservatore del primo ministro David Cameron, il quale è costantemente accusato di essere debole e arrendevole di fronte alle misure di austerità pensate e proposte dall’Europa comunitaria. Dalla continua erosione di consensi da parte dell’Ukip si comprende l’ostinazione di Cameron nel difendere un referendum britannico sull’adesione all’Unione e i suoi atteggiamenti euroscettici.

LA DESTRA UNGHERESE DI ORBÁN
L’Ungheria, diversamente da altri paesi della regione, è entrata in Europa senza forti emozioni né grandi contrasti interni, adottando un profilo che privilegiasse l’aspetto utilitaristico piuttosto che abbracciando un orizzonte politico.
Si andò così affermando la visione di una “Europa alla carta”, dove ciascuno prende ciò che gli conviene ed evita di impegnarsi in cantieri che gli sono meno congeniali, promossa in Ungheria da diversi partiti di destra.
Il più “nuovo” di questi, perché per la prima volta in Parlamento, è lo Jobbik (in ungherese, letteralmente, “il migliore”). Formazione estremista, a sfondo xenofobo e razzista, seguace di un nazionalismo senza compromessi, rappresenta una frattura nell’atteggiamento complessivo delle forze politiche ungheresi nei confronti dell’Europa.
Non così Fidesz, il partito del premier Viktor Orbán, che detiene la maggioranza qualificata in Parlamento e che ha preso provvedimenti che si pongono in chiaro contrasto con i principi fondamentali dell’Unione europea.
Quello che potrebbe stupire è che tuttavia Orbán non si dichiara affatto programmaticamente contrario all’Unione Europea. Egli, almeno per il momento non intende promuovere nuovi referendum sull’Europa, né minaccia di uscirne. Pur non avendo ancora fissato una data certa per l’ingresso nell’euro, non è un aperto avversario della moneta unica (ma neanche, per la verità, un suo strenuo difensore).

LA RISCOSSA RURALE DEI VERI FINLANDESI
I paesi scandinavi sono noti per presenza di forti atteggiamenti euro-scettici a livello di opinione pubblica. Ciononostante, fino a qualche anno fa gli osservatori si sorprendevano per l’assenza di partiti euroscettici rilevanti nel sistema partitico finlandese, fino all’arrivo del Partito dei Veri Finlandesi (Perussuomlaiset, Ps).
Il Ps venne fondato nel 1999 e ha adottato fin dalle origini una forte retorica euroscettica, un sentimento presente già prima dell’attuale crisi economica, in particolare da parte della popolazione rurale, gravemente colpita dalla Politica agricola comune.
Dopo alcuni risultati elettorali insoddisfacenti, il partito guidato da Timo Soini ha raggiunto un largo successo elettorale
In particolare, sembra che il tentativo di ridefinire la preesistente frattura città-campagna nei termini di una contrapposizione tra l’interesse nazionale e il processo d’integrazione europea costituisca la vera spiegazione del successo dei Veri Finlandesi.



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