Bastone e carota. Beppe Grillo conferma di non conoscere mezze misure quando ha a che fare con Pierluigi Bersani e il Partito Democratico. Nemmeno 24 ore fa, durante un comizio in Friuli Venezia-Giulia, aveva chiesto al segretario dei democratici di andare “incontro al cambiamento“, accettando di votare per il Quirinale la giornalista Milena Gabanelli, la più votata nelle consultazioni online tra gli iscritti sul blog del comico genovese.
Ora, da par suo, con un post intitolato provocatoriamente “Bersani e le Berlusconarie” (facendo il verso alle sue Quirinarie), va giù duro denunciando l’esistenza di un accordo tra i democratici e l’ex presidente del Consiglio del Pdl.
“Bersani – attacca Grillo – ha ignorato i nomi proposti dal Movimento 5 Stelle per un semplice motivo. Gargamella ha già deciso. Ha fatto le Berlusconarie. I votanti erano due: lui e lo psiconano durante un colloquio intimo. Trasparenza e condivisione, queste sono le parole d’ordine del pdmenoelle“.
L’ATTACCO A D’ALEMA E AMATO
Grillo affonda, prendendosela con due di quelli che considera simboli della Casta politica, come Massimo D’Alema e Giuliano Amato. “Sono stati scelti – scrive – due personaggi di garanzia giudiziaria al posto di una figura di garanzia istituzionale. Il presidente della Repubblica è il capo del Consiglio Superiore della Magistratura, la influenza, può indirizzarne il comportamento. Berlusconi – dichiara – vuole un garante per i suoi processi. D’Alema, il principe dell’inciucio, e Amato, l’ex tesoriere di Craxi sono candidati ideali“.
IL “SUICIDIO” DELLA REPUBBLICA
Il comico genovese poi va dritto su Bersani, al quale addossa ogni colpa per ciò che potrebbe accadere. “Dopo l’occupazione del Tribunale di Milano da parte dei suoi parlamentari – sentenzia Grillo – (Berlusconi, ndr) vorrebbe occupare anche il Quirinale. Dal suo punto di vista è un legittimo obiettivo, per Bersani è il suicidio della Repubblica di cui lui e solo lui sarà il responsabile“.
LE MANCATE APERTURE
Beppe Grillo continua a difendere a spada tratta la scelta di non contribuire con un voto di fiducia alla formazione di un governo a guida Pd, lamentandone la presunta arroganza anche a fronte della possibilità di collaborare.
“Finora questo signore – aggiunge – ci ha chiesto solo il voto per un governo Bersani per farsi i cazzi suoi. Non ha risposto alla richiesta di rinunciare ai 46 milioni di euro di finanziamento elettorale, (il M5S ha rinunciato a 42 milioni di euro), non ha fatto una piega su una proposta congiunta di incandidabilità di Berlusconi, nè per la legge sul conflitto di interessi. Voleva tutto in cambio di nulla per sopravvivere a sé stesso“.
L’ELOGIO DELLE QUIRINARIE E I TIMORI PER IL PAESE
Infine il comico ha elogiato le consultazioni online degli iscritti al suo blog. Le cosiddette Quirinarie sono state tuttavia travolte da numerose critiche interne, come quelle del giurista Paolo Becchi, di parlamentari e militanti, e esterne, come quelle del giornalista Mauro Suttora e dell’esperto di sicurezza informatica Stefano Zanero.
“Il M5s – commenta Grillo – ha espresso i suoi nomi consultando decine di migliaia di iscritti. Ha votato persone come Gabanelli, Strada, Rodotà, Zagrebelsky, Imposimato. Il pdmenoelle ha consultato (e sta consultando) solo Berlusconi per proporre D’Alema, Amato, Violante come ruotino di scorta o un presidente dell’inciucio dell’ultimo momento. Un loro settennato consegnerà l’Italia alla dissoluzione non solo economica, ma anche come Stato unitario. È bene saperlo in anticipo. Ognuno – conclude “minacciosamente” – si prenda le sue responsabilità“.