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Quando Rodotà criticava Grillo. Le frasi contro il Movimento 5 Stelle

Stefano Rodotà? “Ci siamo parlati ed era contento come un bambino, perché la Rete ha pensato a lui. Metterà d’accordo tutto e tutti”.

È raggiante Beppe Grillo, mentre fa emergere il patto di ferro tra lui e il giurista, il terzo nome più votato alle Quirinarie, quello che il Movimento 5 stelle porterà avanti in Parlamento.

Eppure i rapporti tra i due non sono sempre stati idilliaci. Oggi Grillo e il M5s rappresentano il “cavallo di Troia” che ha consentito a Rodotà – “ripudiato” in un primo momento da Pierluigi Bersani che gli ha preferito Franco Marini – di essere uno dei papabili successori di Giorgio Napolitano al Quirinale.
Ma nemmeno un anno fa Rodotà, in un’intervista pubblicata a luglio 2012 su Left, allertava: “In questo clima, ci dobbiamo aspettare fenomeni alla Grillo. Anzi, può darsi che ne vengano fuori altri, anche più pericolosi”. Non proprio un attestato di stima.

LE DIVERGENZE SU INTERNET
Il giurista si spinse oltre, criticando le basi fondanti del Movimento 5 stelle. “Il fatto che Grillo dica che sarà cancellata la democrazia rappresentativa perché si farà tutto in Rete, rischia di dare ragione a coloro che dicono che la democrazia elettronica è la forma del populismo del terzo millennio” – disse il professore.
Sempre parlando di Internet: “Queste tecnologie vanno utilizzate in altri modi: l’abbiamo visto con la campagna elettorale di Obama e nelle primavere arabe”.

IL PERICOLO DEI MOVIMENTI
La frattura tra Rodotà e il comico genovese sembra qualcosa di profondo, che più che con singoli temi ha a che fare con due idee totalmente opposte della politica. “Poi – dichiarò il giurista a Left – si scopre che Grillo al Nord dice non diamo la cittadinanza agli immigrati, al Sud che la mafia è meglio del ceto politico, allora vediamo che il tessuto di questi movimenti è estremamente pericoloso. E rischia di congiungersi con quello che c’è in giro nell’Europa. A cominciare dal terribile populismo ungherese (del premier Viktor Orbán, ndr) al quale la Ue non ha reagito adeguatamente”.

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