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I mali dell’Europa schiacciata dai Brics

Mentre molti Paesi europei soffrono per stagnazione e recessione, in Asia e America Latina crescono economie fiorenti.

Il contrasto più forte, evidenziato in un’analisi di Real Clear Politics, è quello tra alcuni paesi in espansione, i cosiddetti Brics, – Brasile, Russia, India, Cina e Sud Africa – e le economie europee in difficoltà racchiuse nell’acronimo Piiggs, ovvero Portogallo, Irlanda, Italia, Grecia, Gran Bretagna e Spagna.

Più di recente, alle economie emergenti si sono sommati Messico, Indonesia, Corea del Sud e Turchia, denominati Mist.

Cosa contraddistingue queste aree economiche dalle differenze così marcate?

L’ESPLOSIONE DELLA SPESA PUBBLICA
Tutti i Piiggs hanno due cose in comune. Prima di tutto in questi paesi la spesa pubblica è cresciuta notevolmente – da una media del 43,2% del Pil nel 2007 al 52,6% nel 2010.

In alcuni casi, la spesa è stata leggermente tagliata come nel 2012, ma il rapporto tra spesa e Pil è rimasto dai 3 ai 6 punti percentuali più alto di quanto non fosse nel 2007.

Questo si è ripetuto a Cipro, dove la spesa pubblica è salita da meno del 34% del Pil nel 1995 al 47% nel 2010.

L’ESEMPIO ISLANDESE DI KRUGMAN
Nonostante questa esplosione della spesa pubblica, per il premio Nobel Paul Krugman, potrebbe essere proprio l’ossessione euro-tedesca per il rigore ad aver causato il crollo delle economie Piiggs.

Krugman ha suggerito che i paesi europei dovrebbero prendere esempio dall’Islanda, risollevatasi in fretta grazie a politiche non convenzionali, non incentrate esclusivamente sul salvataggio delle banche.

UN’AUSTERITÀ A SENSO UNICO
Ciò che stupisce nelle politiche europee è che i Piiggs negli scorsi cinque anni non hanno imposto grande austerità nel settore pubblico.
Si sono invece focalizzati sul settore privato, vale a dire i contribuenti con redditi alti.

La seconda cosa che hanno in comune i Piiggs è infatti il tetto massimo di imposta sul reddito che è stato recentemente aumentato in ognuno dei paesi coinvolti, tranne in Italia, dove era già al 43%. In particolare è passato dal 40 al 46,5% in Portogallo, dal 41 al 48% in Irlanda, dal 40 al 45% in Grecia, dal 40 al 50% in Gran Bretagna e dal 48 al 52% in Spagna.

Esemplare anche il provvedimento della Francia, che ha introdotto una tassa sui redditi più alti che tocca il 75% oltre a prendere in considerazione un piano di vendita di partecipazioni pubbliche.

IL CONFRONTO CON GLI EMERGENTI
La spesa pubblica è relativamente bassa nei paesi emergenti. Si va da una media del 32,1% del Pil nei Bric al 27,4% per il gruppo Mist.

Per incentivare gli investimenti e ridurre al minimo la fuga di capitali, in questi paesi, piuttosto che aumentare, l’aliquota massima sui redditi alti è stata ridotta e talvolta dimezzata.

Questi tagli alle imposte, grazie all’impetuosa crescita economica registrata nelle economie emergenti – che vorrebbero continuare a finanziare con l’istituzione di una propria Banca –  non hanno creato un aumento del deficit di bilancio.

STATI UNITI IN CONVALESCENZA
Gli Usa recentemente sono stati più vicini al campo dei Piiggs che non alle economie più vivaci.
Le aliquote d’imposta più elevate sono state aumentate e la spesa federale è arrivata al 23% del Pil rispetto alla media del 19,2% nel periodo 1997-2007.

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