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Il dramma della Grecia. Tra sparatorie e bambini affamati

Circa 30 braccianti stranieri, soprattutto bengalesi, sono rimasti feriti da colpi d’arma da fuoco sparati dai loro supervisori in un’azienda agricola greca. I feriti, molti in condizioni critiche, facevano parte di un gruppo di oltre 200 raccoglitori di fragole che chiedevano il pagamento di sei mesi di salario mai versati, secondo il sito Ekathimerini. Due persone sono state arrestate.

La sparatoria è avvenuta in una azienda agricola a Nea Manolada, in un’area del Peloponneso 260 chilometri a ovest di Atene. Nella zona lavorano molti immigrati stranieri e non è la prima volta che accadano episodi di violenza contro di loro.

L’anno scorso due greci sono stati arrestati per aver picchiato un egiziano trentenne, sbattendogli con violenza il capo contro il finestrino di un’auto e poi trascinandolo a terra per un chilometro. Nel 2008, vi fu uno sciopero di quattro giorni dei braccianti di Neo Manolada che chiedevano paghe più alte e migliori condizioni di vita.

I bambini affamati della Grecia africana

Sempre più bambini in Grecia soffrono la fame. “Sul fronte della sicurezza alimentare, la Grecia è oggi al livello di alcuni Paesi africani”, ha denunciato Athena Linos, docente della Scuola di medicina dell’Università di Atene e responsabile del programma di assistenza alimentare dell’ong Prolepsis. Lo scorso anno si stima sia stato il 10% degli studenti delle scuole elementari e medie del Paese a soffrire di insicurezza alimentare.

Sono tanti i bambini che in Grecia vanno a scuola affamati, sottonutriti o anche malnutriti, scrive oggi il New York Times in un lungo reportage. Il presidente di una scuola elementare del Pireo, Leonidas Nikas, ha raccontato al quotidiano americano di bambini che cercano cibo nella spazzatura, di bambini che chiedono gli avanzi ai compagni, e di un bambino di 11 anni, Pantelis Petrakis, piegato dai morsi della fame.

“Non avrei mai immaginato di assistere a questa situazione, neanche nei miei peggiori incubi – ha detto – siamo arrivati a un punto in cui i bambini vengono a scuola affamati. Oggi le famiglie hanno difficoltà non solo a trovare un lavoro, ma anche a sopravvivere”.

Oggi non si parla più del rischio per Atene di uscire dall’euro e la situazione appare migliore a chi guarda da fuori, sottolinea il Nyt. “Ma andatelo a dire alla famiglia di Pantelis – risponde il preside – non vedono alcun miglioramento nella loro vita”.

Nikas si dice arrabbiato con l’Europa per la sua indifferenza ai problemi della Grecia: “Non dico che dovremmo solo aspettare che gli altri ci aiutino. Ma se l’Unione europea non si comporta come fa questa scuola, dove le famiglie si aiutano tra di loro perché siamo una sola famiglia, allora siamo rovinati”.



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