Secondo il Def (Documento economia e finanza) del ministro Vittorio Grilli nel 2015 sarà necessaria una manovra di 15 miliardi di euro se non verrà confermata l’Imu (e poi 20 miliardi nel 2016 e 25 nel 2017). Secondo l’economista e manager Innocenzo Cipolletta, “pagare le tasse non piace a nessuno, ma abolire l’Imu o ridimensionarla sarebbe un suicidio economico e politico. Bisognerebbe mettere altre tasse sul lavoro o ridurre la spesa pubblica che, al netto degli interessi, in Italia è come negli altri Paesi europei”.
Più Imu, meno Irpef
“Invece – spiega in un editoriale sul sito InPiù – bisognerebbe puntare su uno scambio sostanzioso tra più Imu e meno Irpef. Così le famiglie con basso reddito e con una sola abitazione sarebbero di fatto avvantaggiate, perché avrebbero un reddito più elevato, grazie alla riduzione dell’Irpef, con il quale potrebbero più che compensare il pagamento dell’Imu. Mentre si ridurrebbe l’evasione fiscale, dato che l’abitazione non si può nascondere”.
Il confronto con gli altri Stati
“La battaglia contro l’Imu, motivata con le ragioni delle famiglie a basso reddito che hanno fatto sacrifici per comprare la casa e che ora devono pagare anche questa tassa, è una battaglia che in realtà copre gli interessi dei ricchi che sanno di non poter evadere le tasse sulla casa. D’altro canto, ci sarà una ragione perché tutti i Paesi civili hanno, rispetto a noi, più Imu e meno Irpef”, conclude.