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L’Islanda svolta a destra e dice no all’austerità

Il centro-destra è tornato al governo in Islanda, dopo solo quattro anni di opposizione a causa del ruolo avuto nella crisi del Paese. Dopo quattro anni di austerità imposta dal governo di sinistra, gli elettori islandesi hanno dato la loro preferenza al Partito dell’Indipendenza (di destra), con il 26,7% dei voti, e al Partito del Progresso (centrista), con il 24,3%.

“Siamo pronti a guidare il governo”, ha annunciato il leader 43enne del Partito dell’Indipendenza, Bjarni Benediktsson, che ora cercherà di dare vita a un governo di coalizione con il Partito del Progresso. I due partiti hanno infatti conquistato entrambi 19 seggi in Parlamento.

Il risultato elettorale penalizza la coalizione di sinistra, al potere dal 2009, la cui politica di rigore ha stremato l’elettorato, e dovrebbe far svanire la candidatura dell’Islanda ad aderire all’Unione europea, lanciata nel 2009, a cui i due partiti usciti vincitori dalle urne sono contrari.



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