iPhone, l’iPad, iSorry. Imitando il nome dei prodotti del gruppo californiano il sito Internet di People’s Daily – la voce ufficiale del Partito Comunista – titola “iSorry: Apple si scusa sulle garanzie in Cina”. Le scuse da parte di Tim Cook, amministratore delegato di Apple, concesse alla Cina per alcune pratiche commerciali effettuate nel Paese hanno fatto il giro dei media cinesi, che le hanno ribattezzate “iSorry”.
La lettera di Cook è arrivata ieri dopo che la Cina ha lanciato una campagna pubblica coordinata per mettere in cattiva luce Apple, definito un gruppo “disonesto”, “avaro” e “incomparabilmente arrogante”. Le lamentele delle autorità di Pechino riguardavano la garanzia dei prodotti venduti, la cui durata in Cina era stata fissata da Apple in un anno mentre per le leggi locali deve essere di 24 mesi. E ad essere criticato è stato anche il servizio di riparazione dei dispositivi Apple.
Nella lettera scritta in cinese e pubblicata sul sito made in China della società, Cook assicura che rivedrà molti aspetti delle proprie politiche di assistenza e servizio in Cina. Per cominciare, Cupertino chiede scusa per le incomprensioni create da una scarsa comunicazione con i clienti, e assicura che la società rifletterà seriamente sulle recenti accuse alla sua policy di garanzia dei prodotti. La lettera giunge a due settimane di duri attacchi nei confronti di Apple in Cina, e punta a mettere fine alla pubblicità negativa che ne è derivata in quello che è il secondo mercato di Apple dopo gli Stati Uniti.