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La corruzione arriva anche alla Casa reale in Spagna

La Casa reale ha espresso la sua sorpresa per la convocazione in tribunale dell’infanta Cristina, secondogenita del re di Spagna Juan Carlos e della regina Sofia, chiamata a testimoniare come “persona sospetta” nel caso di corruzione che coinvolge il marito Inaki Urdangarin.

Affermando “un rispetto totale per tutte le decisioni giudiziarie”, la Casa reale esprime tuttavia la sua “sorpresa per il cambio di posizione del giudice”, che lo scorso mese si era rifiutato di nominare l’infanta come “persona sospetta”.

L’infanta, 47 anni, fino ad ora non era coinvolta nell’inchiesta per corruzione aperta alla fine del 2011 dal giudice José Castro del tribunale di Palma di Maiorca, nelle Baleari, e nella quale è indagato il marito Urdangarin, ex campione di pallamano 45enne che si è dato agli affari.

Il suo nome, tuttavia, aveva cominciato a circolare la settimana scorsa dopo le rivelazioni fatte da Diego Torres. Alcune e-mail, che l’ex socio ha consegnato ai magistrati, proverebbero che Urdangarin avrebbe spiegato alla moglie i dettagli del funzionamento dell’Istituto Noos, della cui direzione Cristina faceva parte e che sarebbe stato lo strumento con il quale Urdangarin e Torres avrebbero intascato contributi pubblici non dovuti.

Secondo la magistratura, la Fondazione avrebbe organizzato diversi eventi legati al mondo dello sport per il governo della Comunità Autonoma (regione) delle isole Baleari, giustificando con fatture false o gonfiate i soldi pubblici ricevuti dal governo regionale, nel periodo in esame (2003-2007) guidato dal conservatore Partido Popular, oggi al potere.



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