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La farsa delle Quirinarie a opera di Grillo e Casaleggio

Si fa fatica a seguire il quotidiano turbinio di dichiarazioni, prima confermate e poi smentite, che scandiscono l’agire politico dei grandi capi del Movimento 5 stelle, Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio.

Non ha fatto eccezione la linea seguita durante le Quirinarie, le consultazioni per consentire agli iscritti al blog di Grillo di scegliere il candidato del movimento alla presidenza della Repubblica.

A spuntarla è stata la giornalista Milena Gabanelli, ma sia il comico genovese che il guru del web si sono esibiti in una serie di giravolte che hanno riguardato soprattutto la figura dell’ex presidente del Consiglio Romano Prodi.

PRODI? IO VORREI… NON VORREI… MA SE VUOI
Il nome più discusso e chiacchierato nel mondo grillino è stato senza dubbio quello di Prodi. L’ex premier ha scatenato feroci critiche del giurista Paolo Becchi, di parlamentari e militanti del Movimento 5 stelle.

Mentre in un primo momento sembrava che i vertici del movimento aprissero a un’intesa sul nome di Prodi al Quirinale, ci ha pensato Casaleggio a chiudergli le porte.

Durante un incontro con degli imprenditori a Torino, a Quirinarie ancora in corso, il guru del web aveva detto che “il Presidente della Repubblica deve essere super partes, possibilmente non politico, che rappresenti tutti gli italiani”, un identikit che tagliava fuori proprio un candidato come Prodi.

Parole ritrattate subito dopo, quando alla fine dell’incontro lo stesso Casaleggio aveva fatto un passo indietro, facendo sapere che “se la maggior parte del Movimento dovesse votare Prodi, o un’altra persona, sosterremo lui”.

L’AMBIVALENZA DI GRILLO
Anche l’atteggiamento del comico genovese è stato poco chiaro nei confronti di Prodi. Nelle scorse settimane a Grillo scappò un mezzo complimento all’ex presidente del Consiglio, che citò assieme a Pertini come esempio di un candidato che i partiti non vorrebbero. Prodi, si spinse a dire, “cancellerebbe Berlusconi dalle carte geografiche.
La dichiarazione come prevedibile scatenò polemiche che Grillo fu costretto a sedare trincerandosi dietro un “no comment“, atteggiamento che ha ripetuto quando gli è stato chiesto se i parlamentari grillini possano votarlo nel caso si rivelasse l’ultima opzione disponibile per il Quirinale.

IL RICATTO A BERSANI
Interpellato prima del suo comizio a Sequals in Friuli Venezia-Giulia, Beppe Grillo rivolto al segretario del Pd ha detto: “Caro Pierluigi Bersani prova a venire incontro al cambiamento. Volete il cambiamento? Ora ce l’avete, votate Gabanelli”.

Una mossa, quella del leader del M5s, che mette di fatto Bersani con le spalle al muro. Se il Pd votasse la Gabanelli, ha ribadito Grillo, “sarebbe un atto straordinario, abbiamo bisogno di gente al di fuori (della politica, ndr)”. Qualora il Pd dovesse optare per la giornalista, potrebbero aprirsi per il comico ulteriori spiragli per discutere di una collaborazione tra le due forze politiche.

LA “FARSA” DELLE QUIRINARIE
Ci pensa Libero a dare un’interpretazione tutta strategica delle ultime mosse di Beppe Grillo per il Quirinale, descrivendo in un tweet le consultazioni online “una farsa”.

Il quotidiano diretto da Maurizio Belpietro riporta l’opinione ricorrente che le Quirinarie siano in realtà “una foglia di fico per coprire quanto potrà accadere in aula, magari dopo la terza votazione. E se il nome di Romano Prodi – profetizza – inizierà a girare tra i foglietti in Parlamento, allora l’inciucio (anche affidato a singoli “volenterosi”) tra Pd e Movimento potrebbe essere realtà”.



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