Quale strategia adottare per migliorare i rapporti della Casa Bianca con un paese strategico come l’Iran?
A svelarlo è un dettagliato rapporto del think tank americano Atlantic Council, frutto di oltre due anni di lavoro coordinati dall’ambasciatore Stuart Eizenstat.
UNA STRATEGIA A LUNGO TERMINE
Per la task force che ha analizzato la questione iraniana, sarebbe meglio adottare un piano a lungo termine.
Un approccio che consenta da un lato al governo di Teheran di fare un passo indietro rispetto ai suoi piani nucleari senza sfigurare e che parallelamente migliori i rapporti tra l’America e il popolo iraniano.
LA GUERRA COME ULTIMA OPZIONE
Il rapporto, pur conservando l’opzione di un intervento militare contro l’Iran come ultima risorsa, suggerisce una soluzione estremamente pragmatica alla crisi nucleare.
Un reale progresso, tuttavia, potrà essere raggiunto per Atlantic Council solo se il governo iraniano sarà disposto a tenere fede fino in fondo ai suoi obblighi internazionali e allontanarsi dall’ambizione di possedere armi nucleari.
I PASSI DA COMPIERE
Per il think tank americano sarà necessario innanzitutto, attraverso negoziati e colloqui bilaterali – respinti pochi mesi fa dall’Ayatollah Ali Khamenei fermare e invertire la progressione dell’Iran verso la capacità di dotarsi di armi nucleari.
In cambio di una riduzione delle sanzioni sul petrolio e alla Banca centrale, l’Iran dovrà smettere di arricchire uranio a scopi militari.
Poi si potrà procedere alla scelta di un piccolo numero di istituzioni private americane e iraniane per far transitare i pagamenti di aiuti che finanzino attività umanitarie, educative e di diplomazia pubblica approvate dal Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti .
Bisognerà diminuire la capacità dell’Iran di ledere gli interessi degli Usa e dei suoi alleati nella regione. L’America – secondo Atlantic Council – deve mantenere alto il suo impegno in Asia e Medio Oriente, cercando di coinvolgere l’Iran dove possibile, ad esempio in Afghanistan.
Infine, l’amministrazione di Barack Obama dovrà farsi carico di riorganizzare una rete diplomatica che consenta di realizzare efficacemente questo piano distensivo.
Ad esempio – suggerisce il rapporto – il Dipartimento di Stato dovrebbe creare una sezione virtuale di affari pubblici per l’Iran e intensificare la presenza di rappresentanti Usa nelle Interestes section, le ambasciate di Stati terzi riconosciute da entrambi i paesi, richiedendo un contatto diretto tra diplomatici e funzionari iraniani per la prima volta in più di trent’anni dalla celebre crisi degli ostaggi.