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L’imbarazzo di Putin per i conti offshore degli amici russi

Si allarga “Offshore leaks“, lo scandalo che coinvolge 130mila titolari di conti correnti e investimenti nei paradisi fiscali provenienti da 170 Paesi, tra cui 200 italiani.

Tra i russi che hanno segreti investimenti offshore, non c’è solo la moglie del primo vicepremier Olga Shuvalova, ma anche top manager delle maggiori imprese pubbliche del gas come Gazprom e della difesa (Oboronprom), secondo i documenti a disposizione del Consorzio internazionale di giornalismo investigativo (Icij).

Il particolare spicca oggi fra i titoli di prima pagina del quotidiano finanziario russo Vedomosti, che scrive: “Dopo la pubblicazione di queste informazioni, i ripetuti inviti da parte del presidente Vladimir Putin a fermare l’uso dei canali offshore per gli investimenti appaiono in una luce nuova e un po’ ironica: come risulta dagli atti, almeno uno dei proprietari delle società offshore è un conoscente del presidente“.

GOLUBEV E L’IMBARAZZO DEL PRESIDENTE
Sempre Vedomosti pubblica la foto di Valery Golubev, vicepresidente del Consiglio di amministrazione di Gazprom. “Secondo i documenti possedeva la metà di Sander International Inc., registrata alle Isole Vergini britanniche nel 2008 e poi liquidata. La familiarità con Putin risale al 1990, quando hanno lavorato insieme” argomenta Vedomosti che poi aggiunge Andrey Reus, ex Ceo di Oboronprom (produzione di elicotteri, motori a reazione e centrali elettriche), parte della società statale Russian Technologies. “Reus è tra gli azionisti della società Dreemlover Ltd, registrata nelle Isole Vergini britanniche“.

GLI ALTRI NOMI
Noto è poi che Olga Shuvalova, la moglie del primo vicepremier Igor Shuvalov, è diventata azionista di Severin Enterprises Inc., registrata alle Isole Vergini britanniche. Meno noto Boris Paikin, direttore generale della Gazprom sotsinvest, impresa di costruzioni del gruppo Gazprom, che si occupa di progetti mega, come lo stadio di San Pietroburgo (per 200 milioni di dollari) e gli impianti olimpici a Sochi.

L’IMPEGNO DI PUTIN CONTRO I PARADISI FISCALI
Putin aveva detto di pretendere il ritorno del denaro russo dai paradisi fiscali prima del suo terzo mandato alla presidenza.

Una volontà che si è palesata anche nel mancato salvataggio russo di Cipro, dove pure il Cremlino continua a conservare mire geopolitiche e ingenti interessi che hanno scatenato piccate reazioni nei confronti del maxi prelievo ai conti correnti imposto dalla Troika.

L’argomento era parte del suo programma preelettorale per le elezioni del febbraio 2012: la “deoffshorizzazione” è finita anche in un disegno di legge che vieta ai funzionari russi di possedere conti bancari e azioni all’estero. La Duma di Stato ha già approvato il disegno di legge in prima lettura. Inoltre nel suo messaggio all’Assemblea federale, a dicembre, Putin ha detto che l’uso troppo attivo degli sgravi fiscali offshore danneggia l’economia russa.

IL CASO CHE COINVOLGE LO STATO
E tuttavia sulle liste delle Isole vergini compaiono top manager di aziende statali, tra cui Gazprom, come pure i parenti dei funzionari russi di alto rango e uomini d’affari di primo piano.
Il tutto dopo che le prime dichiarazioni durissime a caldo del leader del Cremlino e del suo premier, Dmitri Medvedev, in merito al prelievo sui conti di Cipro, avevano suscitato una strana reazione della popolazione. Per il russo medio infatti il fluire di capitali russi all’estero – in pratica – equivale al furto.


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