Bastano poche righe a Jorge Mario Bergoglio per ribadire, senza esitazioni, la linea di “tolleranza zero” del suo predecessore sulla pedofilia del clero.
“Il Santo Padre – recita un comunicato ufficiale dall’ ex Santo Uffizio diramato oggi dal Vaticano – ha ricevuto questa mattina in udienza l’ arcivescovo Gerhard Ludwig Mueller, prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede. In occasione dell’ udienza, in cui sono stati trattati vari argomenti di competenza del dicastero, il Santo Padre ha raccomandato in particolar modo che la congregazione, continuando nella linea voluta da Benedetto XVI, agisca con decisione per quanto riguarda i casi di abusi sessuali, promuovendo anzitutto le misure di protezione dei minori, l’aiuto di quanti in passato abbiano sofferto tali violenze, i procedimenti dovuti nei confronti dei colpevoli, l’impegno delle Conferenze episcopali nella formulazione e attuazione delle direttive necessarie in questo campo tanto importante per la testimonianza della Chiesa e la sua credibilità. Il Santo Padre – conclude la nota – ha assicurato che nella sua attenzione e nella sua preghiera per i sofferenti le vittime di abusi sono presenti in modo particolare”. La notizia, corredata di foto dell’ incontro, viene pubblicata sulla prima pagina dell’ ‘ Osservatore romano’. Di molte cose poteva parlare – e forse ha parlato – Papa Bergoglio con il capo del dicastero vaticano responsabile per l’ortodossia cattolica. Ma nel loro primo incontro, ha voluto mettere nero su bianco il suo impegno su uno dei temi più laceranti per la Chiesa cattolica. Se qualcuno, in Vaticano e fuori, sperava in un approccio più morbido, è rimasto deluso. Il tema, del resto, era stato affrontato anche nel corso delle congregazioni generali precedenti il Conclave che ha eletto Papa Francesco. Ed è ormai assodata la stima che lega – pur tra molte differenze – il Papa attuale al suo predecessore: telefonate frequenti, attestati di pubblica stima, la visita a Castel Gandolfo hanno punteggiato un rapporto cordiale che potrà continuare quando, come preannunciato alla vigilia della sede apostolica vacante iniziata il primo marzo, Joseph Ratzinger, dopo due mesi sui Colli albani, tornerà a vivere in Vaticano nel monastero Mater Ecclesiae. Oggi, intanto, il Papa argentino ha certificato pubblicamente che sulla pedofilia si muove sulla scia di Benedetto XVI.
La posizione rigorosa di Jorge Mario Bergoglio sul dramma della pedofilia, espressa per la prima volta oggi da Pontefice, non però è nuova. Nel libro a due voci con il rabbino Abraham Skorka, ‘Sobre el cielo y la tierra’, pubblicato nel 2012, Bergoglio parlava così: “Che il celibato porti come conseguenza la pedofilia è escluso. Più del 70% dei casi di pedofilia avviene nel contesto familiare e di vicinato: nonni, zii, patrigni, vicini. Il problema non è collegato al celibato. Se un sacerdote è pedofilo, lo è prima di essere sacerdote. Quando ciò accade, non bisogna mai chiudere un occhio. Non si può stare in una posizione di potere e distruggere la vita a un’ altra persona. Nella diocesi non mi è mai accaduto, ma una volta un vescovo mi ha telefonato per chiedermi cosa doveva fare in una situazione di questo tipo e gli ho detto di togliere all’ interessato le licenze, di non permettergli di esercitare più il sacerdozio e di avviare un giudizio canonico presso il tribunale corrispondente a quella diocesi. Per me è questo l’ atteggiamento da assumere, non credo nelle posizioni che affermano di sostenere un certo spirito corporativo per evitare di danneggiare l’ immagine dell’ istituzione. Credo che negli Stati Uniti qualche volta si sia proposta questa soluzione: cambiare i sacerdoti. È una sciocchezza perché in quel modo il sacerdote porta il suo problema con sé. La reazione corporativa porta a questa conseguenza, per questo non sono d’ accordo con soluzioni simili. Di recente in Irlanda sono saltati fuori casi ventennali, e il papa attuale ha detto chiaramente: ‘Tolleranza zero con questo crimine’. Ammiro il coraggio e la rettitudine di Benedetto XVI al riguardo”.
Papa Francesco, in questi giorni successivi alle cerimonie pasquali, non ha incontrato solo mons. Mueller. Oggi – per la seconda volta dall’avvio del Pontificato – ha concesso udienza al cardinale Leonardo Sandri, suo connazionale e ‘big’ della Curia wojtyliana, prima di assumere, sotto Ratzinger, l’ incarico di prefetto della congregazione delle Chiese orientali. Il Papa sta incontrando molte persone e pare abbia intenzione di mantenere l’abitudine di incontri frequenti con capi-dicastero e collaboratori della Santa Sede. Continua a vivere nella suite 201 del residenza Santa Marta, che preferisce all’ appartamento pontificio nel palazzo apostolico. Oggi ha nominato mons. Gintaras Grusas arcivescovo dell’ arcidiocesi di Vilnius (Lituania), in sostituzione del cardinale Audrys Backis che è andato in pensione. E’ la seconda nomina dopo la scelta di Mario Aurelio Poli come suo successore a Buenos Aires. In Vaticano molti si domandano quando – e come – Papa Bergoglio darà avvio allo ‘spoils system’, rinnovando o sostituendo le cariche di Curia, a partire dalla casella del Segretario di Stato Tarcisio Bertone, confermato ‘donec aliter provideatur’ (finché non si provveda diversamente) insieme agli altri vertici, ma in via di pensionamento. Potrebbe scegliere in tempi brevi, oppure maturare senza fretta le decisioni, seguendo l’ adagio che ha illustrato nel libro-intervista con Francesca Ambrogetti e Sergio Rubin, “transitar la patientia”, l’ elogio della pazienza. Domenica, intanto, prende possesso di San Giovanni in Laterano, la cattedrale del vescovo di Roma.