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Piovono rospi su Parmalat

Due batoste per Parmalat. Addio alla partecipazione nella società Centrale del Latte di Roma, e revisione al ribasso da parte della agenzia PricewaterhouseCoopers dell’ebitda 2012 di Lactalis America Group.

La Centrale del Latte di Roma a Roma Capitale

Il cda di Parmalat, presieduto da Francesco Tatò, si è riunito oggi per valutare gli effetti sul progetto di bilancio al 31 dicembre 2012 della sentenza del Tribunale di Roma che ha dichiarato che “Roma Capitale” (già Comune di Roma) è l’attuale ed unica proprietaria del 75% del capitale sociale di Centrale del Latte di Roma e ha condannato Parmalat “all’immediata restituzione delle azioni in questione”.

Il cda, pur considerando la decisione del Tribunale errata e confidando nell’accoglimento dell’appello che sarà tempestivamente proposto, ha deliberato di ritirare il progetto di bilancio al 31 dicembre 2012 al fine di verificare l’eventuale esigenza di apportarvi integrazioni, revocando la relativa delibera di approvazione assunta nella riunione del 20 marzo scorso.

La società di revisione PricewaterhouseCoopers e il Collegio Sindacale al termine della riunione consiliare hanno a loro volta provveduto al ritiro delle relazioni depositate rispettivamente in data 25 e 28 marzo 2013. Il valore di carico della partecipazione ai fini del bilancio civilistico al 31 dicembre 2012 è di 95,1 milioni di euro.

La nuova revisione al ribasso dell’Ebitda

PricewaterhouseCoopers ha conteggiato l’ebitda 2012 di Lactalis America Group (Lag) 3 milioni di dollari in meno rispetto alle previsioni del piano industriale. L’agenzia di consulenza di Parmalat, che ha terminato il suo incarico lo scorso 15 aprile e ha pubblicato una rettifica giovedì scorso, prevede quindi una riduzione dell’ebitda da 96,1 milioni di dollari a 93,1 milioni di dollari. La rettifica di PricewaterhouseCoopers riguarda anche l’aggiustamento di conti in merito agli investimenti in marketing, quantificati in 13,3 milioni in meno rispetto a quanto previsto dal piano industriale.

Le motivazioni del calo dell’Ebitda

Secondo il “Price Adjustment Calculation Certificate” pubblicato su richiesta di Consob, i 3 milioni di dollari in meno dell’ebitda sono dovuti a: “rilasci a conto economico di fondi accantonati in anni precedenti, per un ammontare di 1,9 milioni di dollari; eliminazione di una rettifica pro forma non identificata contrattualmente per 0,6 milioni di dollari; altri ricavi e costi di natura non ricorrente per 0,4 milioni di dollari”.

Le spese di marketing

L’agenzia di revisione “ha provveduto a predisporre un raffronto fra le spese di marketing previste nel business plan e quelle, inferiori, contabilizzate nel 2012, quantificando la differenza in 13,3 milioni di dollari, senza esprimere giudizi sulla rispondenza o meno all’ordinary course of business”.



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